UN "Gand Bernardel"

Italia e Germania ai ferri corti per un violino rubato nel 1988

I carabinieri lo hanno trovato a Berlino ma le autorità tedesche non vogliono collaborare. E ora la vicenda sale ai "piani alti"

12 Lug 2014 - 18:56
 © ansa

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Non solo i conti pubblici, ora a far litigare Angela Merkel e Matteo Renzi potrebbe essere uno strumento musicale: un violino, rubato al Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Torino nel 1988 e trovato in Germania. Peccato che le autorità tedesche, sempre ligie al rispetto delle regole, questa volta non vogliano proprio sentire. E ora il contenzioso potrebbe arrivare ai piani alti.

I carabinieri e i magistrati di Torino sono riusciti, dopo ventisei anni, a rintracciare lo strumento, che si trova a Berlino, ma le autorità tedesche non lo vogliono restituire. La procura subalpina, adesso, ha chiesto all'Avvocatura dello Stato di promuovere un contenzioso.

La storia dello strumento - Il violino è un "Gand Bernardel" del 1879 che fu di Teresina Tua, concertista torinese di fama internazionale attiva nel passaggio fra l'Ottocento e il Novecento. Dopo essersi ritirata in convento, la donna (che morì novantenne nel 1956) lo donò al Conservatorio, dove rimase fino all'8 giugno 1988: quella notte, approfittando dei ponteggi installati per i restauri della facciata, degli sconosciuti entrarono nell'edificio e lo portarono via insieme a contanti, assegni e una viola.

Ritrovato grazie ad una email - Del "Gand" non si seppe più nulla. Poi, nel 2010, al Conservatorio cominciarono ad arrivare delle e-mail: un musicista tedesco, Antoine Saad, era pronto a venderlo in cambio di trentamila euro. La trattativa, in cui fece da intermediario Roberto Contini, direttore della sezione italiana della Gemaeldegalerie di Berlino, arrivò all'orecchio dei carabinieri e il pm Andrea Padalino aprì un fascicolo per ricettazione a carico dei due personaggi.

Gli investigatori della squadra di polizia giudiziaria dell'Arma e del gruppo tutela patrimonio artistico si misero al lavoro: interrogato per rogatoria dagli agenti della questura berlinese, Saad spiegò di avere acquistato il violino (e una viola) alla fine degli anni Ottanta da un antiquario torinese, poi deceduto, per 12mila marchi, ma di non potere esibire ricevute. Lo strumento, peraltro, non era più suo: lo aveva ceduto, nel frattempo, a un collega musicista di origine italiana residente a Berlino, Alessandro Capone. E il "Gand", finalmente, venne ritrovato e messo sotto sequestro.

I tedeschi remano contro - Ma le autorità germaniche, a quel punto, smisero di essere collaborative: per vincerne lo scetticismo i carabinieri dovettero persino recuperare dagli archivi l'ormai ingiallita denuncia di furto del 1988. Inutile. Lo scorso 15 maggio la procura di Berlino, d'accordo con il Dipartimento del Senato per la giustizia, ha restituito il violino a Capone: non è una ricettazione, ma un acquisto in buona fede. Ora tocca all'Avvocatura dello Stato.

Carta canta - Le carte in mano ai torinesi sono molte. I protagonisti della storia sono persone dell'ambiente e, quindi, non possono essere degli sprovveduti. Nella custodia del "Gand" c'era un recente opuscolo del Conservatorio in cui si spiegava chiaramente che lo strumento era "andato perduto". E c'è, soprattutto, il decreto con cui, nel 1948, la Presidenza della Repubblica autorizzò la donazione del violino: un atto che trasforma lo strumento in un "bene inalienabile del Patrimonio culturale italiano".

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