Alessia Piperno, la ragazza italiana arrestata in Iran
© Ansa
© Ansa
Dopo alcuni giorni senza contatti, la 30enne romana domenica ha chiamato la famiglia raccontando di essere detenuta in prigione
© Ansa
Alessia Piperno, la 30enne romana fermata dalla polizia iraniana il 28 settembre, potrebbe essere detenuta nel carcere di Evin, a Teheran. Da quello stesso carcere avrebbe telefonato in Italia per chiedere aiuto. E per lei potrebbe aprirsi la strada dell'espulsione e non quella, ben più lunga e complicata, dell'arresto e di un processo.
E' quanto sostiene il quotidiano "Il Messaggero", sottolineando come la diplomazia italiana sia al lavoro per cercare di intraprendere la strada della sanzione amministrativa e non del procedimento penale.
L'ipotesi che sia stata fermata per il suo sostengo alle proteste - Non sono ancora chiari i motivi del fermo della 30enne che solo domenica è riuscita a comunicare con i genitori e informarli di quanto le stava accadendo. Alessia potrebbe essere stata fermata perché ritenuta tra i partecipanti delle rivolte che si stanno susseguendo in Iran per la morte di Mahsa Amini, la giovane deceduta dopo essere stata arrestata perché non portava correttamente il velo. Piperno pur non avendo preso parte direttamente alle proteste avrebbe però più volte parlato sui social del suo sostegno alla piazza.
Il giallo del visto - Spunta però anche un'ipotesi differente. La giovane romana proprio in uno dei suoi post aveva parlato della difficoltà a rinnovare il visto per restare in Iran e, solo dopo diversi tentativi, di aver trovato, quasi casualmente, una persona che si era offerta di aiutarla. E potrebbe essere stata questa stessa persona ad averla messa nei guai o ad averla denunciata.
© Ansa
© Ansa