Rapporti tesi tra Mosca e Ankara dopo l'abbattimento dell'Su-24, il premier turco Ahmet Davutoglu: "Non possiamo scusarci"
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Non accenna a diminuire la tensione tra Mosca e Ankara dopo l'abbattimento del cacciabombardiere Su-24 al confine tra Siria e Turchia. Il presidente russo Vladimir Putin non incontrerà infatti il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a margine della Conferenza Onu sul clima a Parigi. La conferma arriva dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Il premier turco Ahmed Davutoglu: "Non ci possiamo scusare per aver fatto il nostro dovere".
Intanto il corpo del pilota ucciso Oleg Peshkov, riferiscono le agenzie locali, è tornato in Russia accolto con gli onori militari all'aeroporto militare di Chkalovski, a una trentina di km da Mosca. Presente durante il rientro anche il ministro della difesa Serghiei Shoigu.
Dovutoglu: "Fatto il nostro dovere" - A Bruxelles il premier turco Ahmed Dovutoglu ha incontrato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e parlando dell'incidente del jet russo è rimasto fermo sulla posizione di Ankara: "Non ci possiamo scusare per aver fatto il nostro dovere".
I dati Usa confermano la versione della Turchia - L'ambasciatore americano presso la Nato, Douglas E. Lute, ha specificato che i "dati degli Usa confermano la versione della Turchia" sull' abbattimento del jet russo: "L'aereo era in Turchia ed è stato ripetutamente avvertito". Lute ha anche aggiunto che quella "non era la prima incursione" russa nello spazio aereo turco e che nello scambio di informazioni concordato con la Russia "di sicuro non c'era un piano di volo che prevedesse la violazione dello spazio aereo della Nato".
Kazakistan propone commissione russo-turca - Le agenzie russe, intanto, riferiscono che il presidente kazako Nursultan Nazarbaiev ha invitato Russia e Turchia a mettere da parte rancori e incomprensioni e creare una commissione d'inchiesta congiunta sull'abbattimento del bombardiere russo Su-24.
Jet russi volano in Siria con missili aria-aria - Il portavoce delle forze aeree e spaziali russe, Igor Klimov ha confermato che per la prima volta i jet Sukhoi Su-34 russi sono partiti per eseguire raid in Siria non solo con bombe ma anche con missili aria-aria per la loro difesa. I jet "sono dotati di missili per la loro difesa e possono colpire obiettivi in aria a distanza di 60 km".