Il rischio di un allargamento del conflitto non è mai stato così vicino. La prudenza del presidente americano ha forse evitato la terza guerra mondiale
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Joe Biden in maglietta e pantaloni casual mentre legge qualcosa sul cellulare. E' la foto simbolo della notte in cui il globo ha sfiorato la terza guerra mondiale, quando un missile è caduto sul territorio polacco e l'Ucraina (ma anche Varsavia) invitava la Nato a reagire contro la Russia. Biden con tutto il suo staff era a Bali per il G20. E' stato svegliato per quella che sarebbe stata la notte più lunga e pericolosa dall'inizio della guerra. Non è però caduto nella rincorsa ad accusare subito Mosca sul missile caduto in Polonia che aveva causato anche due vittime, "prudenza" è stata la parola chiave. Una mossa saggia che ha evitato una pericolosa e distruttiva escalation.
"Un Paese Nato attaccato" - Joe Biden è stato svegliato dai suoi consiglieri attorno alle 4:30 con l'aggiornamento peggiore che potesse ricevere: le forze di Vladimir Putin potrebbero aver attaccato un Paese della Nato. Cominciano cosi' le ore più frenetiche per il presidente americano tra telefonate e meeting virtuali nella sala da ballo dell'hotel in cui alloggia in Indonesia. Una notizia che se fosse stata confermata avrebbe fatto scattare gli articoli 4 e 5 del trattato Nato e che prevedono la difesa immediata da parte di tutta l'Alleanza. La Polonia che fa parte della Nato aveva immediatamente convocato il consiglio di guerra. Negli stessi momenti, però, si muoveva il presidente americano. Joe Biden ha chiamato subito il suo omologo polacco Andrzej Duda, al quale sin dall'inizio dell'invasione russa il commander-in-chief ha assicurato, anche di persona, la protezione degli Stati Uniti. Quindi la consultazione con i partner del G7, della Nato e del G20, mentre a Washington il Pentagono e il Dipartimento di Stato si applicava la linea di condotta voluta da Biden: massima collaborazione a Varsavia per le indagini per stabilire la provenienza del missile ma prudenza, troppo presto per decidere i passi da intraprendere.
La prudenza di Joe Biden subito piaciuta a Mosca - Prudenza e cautela che Biden riassume così: "Le prime informazioni ci dicono che è improbabile che i missili siano stati lanciati dalla Russia". Una risposta misurata che incassa l'apprezzamento del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che la definisce "professionale". Il presidente americano ribadisce poi che l'intensificarsi degli attacchi di Mosca sull'Ucraina, proprio nelle ore in cui si riuniva il G20, è una provocazione brutale e disumana e sottolinea che l'impegno verso i partner dell'Alleanza Atlantica è "di ferro" e che gli Stati Uniti non esiteranno a difendere ogni centimetro dei territori della Nato. Ma il momento è delicato e il rischio di un allargamento del conflitto non è stato mai così elevato.
Passano le ore e la posizione dell'amministrazione Usa è ancora più chiara. "Al momento gli Stati Uniti non hanno raccolto nessuna prova che contraddica la valutazione preliminare del presidente Duda secondo cui il missile esploso in Polonia era ucraino", spiega la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, Adrienne Watson, sottolineando tuttavia che al di là delle conclusioni dell'indagine, "è chiaro che la responsabile ultima di questo tragico incidente è la Russia e che l'Ucraina aveva ed ha tutto il diritto di difendersi".
Detto questo, il governo Usa continua a premere per una svolta negoziale. Negli ultimi giorni si sono intensificati i contatti dell'amministrazione Biden con funzionari del Cremlino e di Kiev, con William Burns a fare la spola come mediatore speciale. Subito dopo aver incontrato ad Ankara il suo omologo russo, Sergei Naryshkin, il direttore della Cia è infatti volato a Kiev per rassicurare Volodymyr Zelensky che gli Stati Uniti non intendono negoziare la pace con Mosca a prescindere dall'Ucraina. Ma con l'arrivo dell'inverno, è la linea dell'amministrazione Biden, i combattimenti tenderanno a diminuire e potrebbe essere la finestra per trovare una soluzione politica.