Gli astronauti dovranno ora affrontare i test clinici necessari per raccogliere dati importanti sul modo in cui l'organismo reagisce alla vita in condizioni di microgravità
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E' atterrata la navetta russa Soyuz, che ha riportato a Terra l'astronauta italiano Paolo Nespoli, dell'Esa (Agenzia spaziale europea), e i suoi compagni di equipaggio: l'americano Randy Bresnik (Nasa) e il russo Sergei Ryazansky (Roscosmos). Il rientro è avvenuto, come previsto, nella steppa del Kazakistan alle 9:38. Dopo 139 giorni si conclude così la missione "Vita" varata dell'Asi (Agenzia spaziale italiana).
Dopo i saluti di rito, tutti e tre gli astronauti dovranno adesso affrontare i test clinici necessari per raccogliere dati importanti sul modo in cui l'organismo umano reagisce alla vita in condizioni di microgravità. Per Nespoli e Bresnik è prevista a breve la partenza per Houston dove, subito dopo gli esami sulle loro condizioni di salute, affronteranno un periodo di riabilitazione.
La missione "Vita", affidata a Nespoli dall'Agenzia spaziale italiana, la sua terza in orbita, è stata la seconda sulla Stazione spaziale internazionale dove, nell'arco della sua permanenza, ha condotto oltre 200 esperimenti scientifici, 13 dei quali italiani, alcuni proprio sull'invecchiamento delle cellule e sull'osteoporosi, con ricadute importanti per la vita quotidiana.