Nel Paese la tensione resta alta. Secondo il ministero dell'Interno, 26 dimostranti e 18 poliziotti sono stati uccisi, mentre oltre 4.400 manifestanti sono finiti in manetta
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L'ex premier ed ex capo dell'intelligence del Kazakistan, Karim Masimov, alleato di lunga data dell'ex leader Nursultan Nazarbayev, è stato arrestato con l'accusa di alto tradimento. Lo ha fatto sapere il Comitato Nazionale per la Sicurezza, il Knb, che lo aveva silurato mentre nel Paese imperversano proteste e violenze senza precedenti.
Nel frattempo, resta alta la tensione nel Paese, dove giorni fa si sono accese le rare e violente proteste in cui, secondo il ministero dell'Interno, 26 dimostranti e 18 poliziotti sono stati uccisi, mentre oltre 4.400 manifestanti arrestati. Si tratta delle manifestazioni più violente dal 1991, anno dell'indipendenza dall'Unione sovietica e dell'inizio del potere di Nazarbayev, che nel 2019 lo ha ceduto a Kassym-Jomart Tokayev (restando però una figura chiave dietro le quinte). Dalle zone più occidentali, le proteste si sono allargate alle città. Ad Almaty, la maggiore località del Paese, i dimostranti hanno incendiato alcuni edifici governativi. E i militari presidiano i palazzi del potere a Nur-Sultan (la capitale che fino al 2019 si chiamava Astana).
Su richiesta di Tokayev, l'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto) (alleanza di sei ex Stati sovietici guidata dalla Russia) ha inviato 2.500 soldati in Kazakistan, in gran parte russi, descrivendoli come peacekeeper. Nel frattempo il presidente ha anche autorizzato le forze di sicurezza a sparare sui dimostranti, annuncio fortemente condannato dalle organizzazioni per i diritti umani. Tokayev ha poi avuto una conversazione telefonica con l'omologo russo Vladimir Putin, in cui i due "si sono scambiati opinioni sulle misure adottate per ristabilire l'ordine", ha riferito il Cremlino.
Sabato non ci sono state notizie di violenze ad Almaty, mentre la polizia ha disperso una protesta e arrestato vari partecipanti ad Aktau e spari d'arma da fuoco sono stati sentiti a Kyzylorda, ha riferito l'agenzia russa Sputnik. Nessuna notizia è stata diffusa su ciò che Masimov avrebbe fatto per attentare al governo. La Commissione per la sicurezza nazionale che lui presiedeva, erede del Kgb di era sovietica, è responsabile di intelligence, antiterrorismo e servizi di frontiera.
Le violenze hanno preso il via contro il caro-gas ma sono diventate espressione del malcontento verso lo Stato, guidato dallo stesso partito per oltre 30 anni. Molti nelle strade hanno urlato slogan per chiedere la definitiva uscita di scena di Nazarbayev. Dopo le dimissioni nel 2019, è stato nominato 'leader della nazione' e ha mantenuto grande potere in qualità di capo del Consiglio di sicurezza nazionale. Forse in un tentativo di placare le proteste, Tokayev nei giorni scorsi l'ha rimosso dall'incarico. Per giorni, nel corso delle manifestazioni, Nazarbayev è rimasto in silenzio e si sono diffuse voci di una sua presunta uscita dal Paese. Invece, il suo portavoce ha fatto sapere che si trova nella capitale e "chiede a tutti di raccogliersi attorno al presidente Tokayev per superare le sfide attuali e garantire l'integrità del Paese".