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C'è anche una società italiana, la milanese Hacking team, tra le aziende che hanno contribuito a potenziare l'arsenale cybernetico dei sauditi, in particolare del principe ereditario Mohammed bin Salman. Arsenale usato non solo contro i terroristi ma anche contro i dissidenti, tra cui c'era anche il giornalista Jamal Khashoggi, ucciso a Istanbul. Lo scrive David Ignatius, giornalista del Wp, il quotidiano con cui collaborava Khashoggi.