"Quella della morte assistita è una opzione che offre tranquillità a chi soffre in modo insopportabile"
Sceglie il giorno del suo 85esimo compleanno per schierarsi a favore della eutanasia. Non si tratta di un attivista impegnato nella battaglia per legislazioni favorevoli alla dolce morte, ma dell'arcivescovo anglicano, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1984 e attivista anti-apartheid, Desmond Tutu. L'alto prelato, da tempo malato, ha scritto una lettera al "Washington Post" per esprimere la volontà di scegliere come morire quando capirà di essere al capolinea: "Non voglio essere mantenuto in vita a tutti i costi".
Sostenitore dell'eutanasia dal 2014, adesso è tornato in maniera più esplicita sull'argomento perché le sue condizioni sono molto peggiorate: per le frequenti infezioni, è stato ricoverato e operato.
Nella lettera pubblicata dal quotidiano l'arcivescono, però, non parla solo della propria salute: "Indipendentemente da ciò che si sceglie per se stessi, perché dovrebbe essere negato ad altri fare la propria scelta? Per coloro che soffrono in modo insopportabile e sono vicini alla fine, sapere che la morte assistita è una opzione può offrire una tranquillità incommensurabile".