IL CHIARIMENTO

L' "ex-scomparsa" in Perù: "Non torno, è stata la famiglia a non cercarmi"

Lavinia Micheletto a Tgcom24: "Nessun problema psicologico, il mio è un percorso interiore. Ho sentito mia madre solo qualche ora fa"

09 Feb 2015 - 06:48
 © facebook

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Il suo caso era stato oggetto di attenzione e di ansia per qualche giorno: Lavinia Micheletto, 30enne pugliese, sembrava scomparsa nel nulla in Sudamerica, in Perù, nell'ultima settimana di gennaio. Nessun segnale e soprattutto un'ultima mail inviata, nella quale denunciava di essere stata derubata, avevano fatto scattare l'allarme presso la famiglia, che aveva fatto denuncia ai carabinieri di Maglie. Poi, il 30 gennaio, il segnale da Lavinia, che tramite la sua pagina Facebook aveva informato di trovarsi presso l'ambasciata italiana a Lima: i suoi congiunti, tuttavia, continuavano a temere per la sua salute e a ritenere "manipolate" le azioni della giovane. Noi di Tgcom24 l'abbiamo sentita dopo aver ricevuto una sua lettera, quasi un mesaggio di aiuto per chiarire una volta per tutte la vicenda e le sue scelte. Una cosa è sicura, ci ripete più volte: "Non ho bisogno di cure, il mio è un percorso interiore, che a parte alcuni pochi, indimenticabili e preziosi momenti passati con Leandro e Juan Cruz e poche altre persone, ho portato avanti e continuo a portarlo avanti da sola".

LA LETTERA DI LAVINIA

"Sono io, Lavinia Micheletto (non ho modo qui di portare prove quindi mi appello alla vostra fede), e vorrei riportare qualche modifica alla notizia che vi é stata passata. Innanzitutto, la mia "scomparsa, dal giorno in cui ho comunicato a mia madre di essere stata derubata, é durata solo tre giorni e questo é stato dovuto al semplice fatto che ho dovuto viaggiare in autostop da Pucallpa a Lima, visto che, nonostante le svariate richieste di aiuto economico, anche da parte dell'amico che in quel momento mi ha sostenuta e aiutata, sono state costantemente ignorate ed io avevo fretta di arrivare a Lima perché il 17 di Febbraio mi scadrá il permesso e ho bisogno del Passaporto per continuare a viaggiare".

"Sto per recarmi presso l'ambasciata italiana in Perù, anche perché sono senza documenti": questo io non l'ho mai scritto. Appena ho avuto accesso ad un computer con connessione internet, ho scritto che ero a Lima e stavo bene e una delle prime persone che ho contattato (e continuato a contattare, anche via telefono, nei giorni successivi) é stata proprio mia madre, dalla quale non ho mai ricevuto risposta.
In Ambasciata, mi é stato ovviamente chiesto se era mia intenzione rientrare in Italia ed io ho dichiarato, confermandolo piú volte, che PER IL MOMENTO non volevo rientrare in Italia. Quando mi é stato chiesto perché, ho spiegato che volevo continuare a viaggiare e ho spiegato chiaramente qual era, allora, il mio piano di viaggio. La stessa cosa l'ho spiegata a mio Fratello e a mio padre, mentre da mia madre non ricevevo risposta né messaggi né chiamate, né sul telefonino (che sono riuscita ad avere il giorno successivo il mio arrivo a Lima, sempre grazie ad Elmer Valle Mori, l'amico che mi ha appoggiata e continua ad ospitarmi in casa sua fino ad oggi).


"Non ho bisogno di essere curata", ho letto cose che sfiorano i limiti della diffamazione. Di certo, quando sará il momento, prenderó informazioni ed eventualmente le mie precauzioni. Ripeto che il mio Percorso "Interiore", a parte alcuni pochi, indimenticabili e preziosi momenti passati con Leandro e Juan Cruz e poche altre persone, l'ho portato avanti e continuo a portarlo avanti da sola. E le persone che mi stanno intorno o incontro nel Cammino, in questo momento, sono solo dei contorni, piú o meno utili alla mia crescita personale. Le motivazioni che mi hanno spinta fino a qui non sono venute a mancare, anzi. Tutto quello che ho vissuto fino ad ora mi ha confermato che tutti i miei percorsi precedenti e le mie intuizioni, per quanto per niente condivise da mia madre e da mio fratello ed alcune altre persone, ma pienamente comprese da mio padre e dai miei VERI Amici, erano REALI e motivate. (Anche questa, per quanto abbia qui molta voglia di scriverne, é un'altra storia).

"Come giá dichiarato e confermato anche da due psichiatri con cui ho voluto di proposito parlare il pomeriggio di venerdí, sono perfettamente lucida, cosciente e presente a me stessa". A meno che la stregoneria non esista davvero, sono perfettamente in grado di intendere e volere e di prendere decisioni. Ripeto che questo é stato confermato anche da due psichiatri dell'ospedale nel distretto di Magdalena del Mar (non ricordo il nome dell'ospedale ma posso risalirci tranquillamente). Sono maggiorenne e vaccinata e le decisioni che prendo e prenderó non devono essere discusse da chicchessia. Ho trent'anni, non dodici come vorrebbero invece, credo, alcuni miei familiari. E se gli eventi hanno preso una certa piega, io credo, ognuno dovrebbe fermarsi un momento e riflettere su quanta responsabilitá abbia avuto in tutto questo e nel mio o nei miei vari comportamenti. Io mi assumo totalmente la mia e finora mi sono pentita di un solo passo, tra quelli che ho compiuto quaggiú (ma questa é un'altra storia). "

"Nessuno mi ha manipolata e i soldi li ho chiesti io". "Se mia madre non riesce a darsi pace, credo sia un suo problema di coscienza, perché il mio numero di telefono non gliel'ho mai nascosto, né ho mai rifiutato una telefonata. Semplicemente, quella telefonata é arrivata solo ieri sera, ma non so se mi crede, se starà dalla mia parte. In questo momento la mia famiglia non è la mia priorità. I conoscenti di cui si parla sono amici conosciuti nel viaggio e da cui mi sono separata nella cittá di Iquitos. A Pucallpa e Yarinacocha sono arrivata da sola e lí stesso ho fatto altre conoscenze, come é normale che sia in un Viaggio "on the road". Io non ho costretto nessuno ad inoltrare nessuna denuncia di scomparsa. Come giá spiegato, se i miei familiari mi avessero ascoltata, anche con il rischio di perdere 100 o 200 euro che avevo chiesto, io avrei potuto tranquillamente muovermi in bus, comprarmi un telefono di seconda mano e arrivare a Lima in 24 ore, invece che saltare da un camion all'altro.

"Se mia madre non riesce a darsi pace, credo sia un suo problema di coscienza, perché il mio numero di telefono non gliel'ho mai nascosto, né ho mai rifiutato una telefonata". Semplicemente, quella telefonata non é mai arrivata. La prima volta che sono andata all'Ambasciata, ho dichiarato e confermato che non avevo e non ho PER IL MOMENTO (E SOTTOLINEO, PER IL MOMENTO), la minima intenzione di rientrare in Italia per motivi personali "Non vuole avere soldi e sembra non voglia sentirsi con noi": il fatto di NON VOLERE SOLDI é stato inventato di sana pianta. Semplicemente, dopo ripetute richieste di aiuto ALLA MIA FAMIGLIA che non hanno incontrato risposta (se non 100 dollari inviati da mio fratello all'amico che mi stava cercando e aiutando), ho semplicemente smesso di chiedere. Se non ho piú voluto mettermi in contatto con ALCUNI E SOLO ALCUNI membri della "mia" Famiglia, é stato proprio perché ripetutamente non ho ricevuto risposta, in un caso, e nell'altro, invece di essere ascoltata, sono stata verbalmente "aggredita".


"A livello fisico, confermo, non sto bene, ma solamente nel senso che ho un po' di febbre e raffreddore, come ogni volta che vengo a Lima, forse per lo smog o la troppa umiditá o entrambi. Non c'é nessun misterioso retroscena, nessuna manipolazione e nessun ricatto .



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