Sorvegliate speciali del regime anche le studentesse: emergono almeno 60 nuovi casi di avvelenamento in una scuola femminile di Haftkel
L'Iran promette tolleranza zero contro le donne che non rispettano la legge sull'hijab e si dota di telecamere intelligenti allo scopo d'identificare e punire chi non porta il velo nei luoghi pubblici. A rivelarlo i media locali. Anche le studentesse iraniane sono costrette a coprire il capo per poter continuare a studiare mentre preoccupano i continui episodi di avvelenamento nelle scuole del Paese. Sessanta nuovi casi nella provincia del Khuzestan sembrano l'ennesimo attacco all'istruzione femminile.
Le autorità iraniane hanno annunciato l'ennesimo giro di vite contro chi non segue le regole: "Saranno identificate attraverso telecamere intelligenti installate nei luoghi pubblici le donne che si oppongono all'obbligo dell'hijab". Lo rende noto l'agenzia Irna, precisando che "verranno inviati dei messaggi alle donne scoperte", in quanto "apparire in pubblico senza velo offusca l'immagine spirituale della società e provoca insicurezza". La polizia iraniana ha poi invitato i proprietari delle imprese a monitorare e ad agire. Questo potrebbe far aumentare gli episodi d'intolleranza, come l'aggressione di due donne con lo yogurt in un supermercato a nord est del Paese, poi arrestate.
Nonostante il pericolo di finire in carcere, un gran numero di donne con il capo scoperto si vedono oramai in molti luoghi pubblici dell'Iran. A metà settembre, dopo la morte di Mahsa Amini mentre era in custodia della polizia per non aver indossato in modo corretto il velo islamico, un'ondata di proteste a trazione femminile ha chiesto il rispetto dei diritti umani e delle donne. Sono state centinaia le vittime della repressione di Teheran.
Intanto, emergono nuovi casi di avvelenamento di ragazze in diverse scuole in tutto l'Iran. Almeno "60 studentesse sono state avvelenate in una scuola femminile di Haftkel", nella provincia del Khuzestan (nel sud-ovest del Paese), secondo le autorità locali. Altre studentesse sono state avvelenate in "cinque scuole ad Ardabil, nel nord-ovest", dove hanno presentato "sintomi di ansia, fiato corto e mal di testa", ha precisato la stessa fonte. A Urmia, capoluogo della provincia dell'Azerbaigian occidentale (nord-ovest), sono stati colpiti "un numero imprecisato" di alunni di una scuola elementare "dopo una fuga di gas", ha indicato da parte sua l'agenzia Ilna, senza fornire ulteriori dettagli. Un rapporto ufficiale datato 7 marzo riporta "più di 5.000 studenti" intossicati in più di 230 edifici scolastici dislocati in 25 province, sulle 31 del Paese. Le intossicazioni erano cessate ai primi di marzo dopo l'annuncio di un centinaio di arresti per poi riprendere tre settimane dopo.