Secondo "Syria Deeply" i miliziani dello Stato Islamico avrebbero compilato un elenco di linee guida: non si deve lavorare per le tv all news "nemiche" dell'Isis, niente foto in zone di guerra...
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Lavorare come giornalista nel territorio controllato dall'Isis non è impresa facile, e ora, secondo la testata online "Syria deeply", i militanti dello Stato Islamico vorrebbero imporre un elenco di undici linee guida per chi lavora nell'area siriano-irachena.
1- I corrispondenti devono giurare fedeltà al califfo [Abu Bakr] al-Baghdadi... Sono sudditi dello Stato Islamico e, come tali, obbligati a giurare fedeltà al loro imam.
2- Il loro lavoro sarà sotto il controllo esclusivo dell'ufficio stampa dell'Isis.
3- I giornalisti possono lavorare direttamente con le agenzie di stampa internazionali (Reuters, AFP e AP), ma sono da evitare tutti i canali satellitari tv internazionali e locali. I reporter non potranno fornire alcun materiale esclusivo o avere contatto con loro (suoni o immagini) a qualsiasi titolo.
4- I giornalisti non possono lavorare in alcun modo con i canali tv che combattono contro i Paesi islamici (come Al-Arabiya, Al Jazeera e Oriente). I trasgressori verranno ritenuti responsabili.
5- I giornalisti sono autorizzati a coprire eventi nel governatorato sia con immagini che con pezzi scritti, senza dover fare riferimento all'ufficio stampa dell'Isis. Tutti gli articoli pubblicati devono riportare i nomi del fotografo e del giornalista.
6- I giornalisti non possono pubblicare reportage (stampa o audio-video) senza aver prima fatto riferimento all'ufficio stampa dell'Isis.
7- I giornalisti possono anche essere iscritti sui social media e avere un blog per diffondere le notizie e fotografie, però l'ufficio stampa dell'Isis dovrà possedere gli indirizzi e i nomi di queste pagine.
8- I giornalisti devono rispettare le regole quando si scattano foto all'interno del territorio dell'Isis, e devono evitare le zone usate dai combattenti per trasmettere filmati o dove si svolgono eventi specifici.
9- Gli uffici media dell'Isis seguiranno il lavoro dei giornalisti locali sul territorio dell'Isis e nei media di Stato. Qualsiasi violazione delle norme in vigore porterà a sospendere il giornalista dal suo lavoro, che sarà ritenuto responsabile.
10- Le regole non sono definitive e sono soggette a modifica in qualsiasi momento, a seconda delle circostanze e del grado di cooperazione tra i giornalisti e il loro impegno verso i fratelli negli uffici media dell'Isis.
11- I giornalisti otterranno una licenza per praticare la loro professione solo dopo aver inoltrato la richiesta scritta all'ufficio stampa dell'Isis.
Le possibilità per molti reporter sono due: o continuare a lavorare a proprio rischio e pericolo, documentando le atrocità commesse dal califfato contro gli stessi giornalisti ma anche contro i musulmani sciiti e le minoranze etniche, oppure andarsene.
Ma se le cose stanno così, andarsene significherebbe rifiutare apertamente le regole imposte dallo Stato Islamico. Infatti, secondo "Syria deeply", a chi se ne va vengono proposti incentivi per tornare, e se invece i giornalisti non tornano, i militanti minacciano di crocifiggere i loro familiari. La terza possibilità, per i giornalisti siriani e iracheni, è quella - amara - di accettare le condizioni imposte dall'Isis.