Martino Diez, Michele Brignone e Maria Laura Conte, autori di "Oasis", rivista dedicata ai rapporti tra cristiani e musulmani, rispondono a tutte le domande sulle tensioni in Iraq
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"Lo Stato Islamico spiegato a mio figlio": è questo il titolo dell'ultimo articolo comparso su "Oasis", rivista dedicata ai rapporti tra cristiani e musulmani voluta dal cardinal Angelo Scola. Una spiegazione domanda-risposta che passa attraverso alcune delle questioni più spinose di tutti i tempi. Questioni scottanti, affrontate con semplicità e rigore dalla giornalista Marialaura Conte assieme a Martino Diez e Michele Brignone, professori all'Università Cattolica di Milano. Perché ormai siamo abituati a leggere notizie sul califfato dell'Isis ma non sappiamo cosa c'è dietro ai nomi che sentiamo ripetere e agli scontri sempre più frequenti. E l'escalation di violenze impone di saperne di più.
Che cosa sta succedendo in Iraq? - Dopo la guerra in Siria, cominciata nel 2011 per rovesciare Assad, in Iraq sono iniziate le violenze da parte delle milizie sunnite dello Stato islamico contro le minoranze religiose. In realtà la guerra ha trovato terreno fertile in Iraq perché il Paese non si è ancora stabilizzato dopo la caduta di Saddam Hussein.
Cos'è il califfato? - Lo Stato islamico si fonda sulla costruzione di un'entità politica basata su un'interpretazione rigorista della Legge islamica, ma che forse non è mai esistita nel modo in cui la conosciamo oggi.
Che rapporto c'è tra l'Isis e al-Quaida? - Dopo la guerra in Siria la loro alleanza si è spezzata e ora sono due entità concorrenti, che agiscono con mezzi diversi, l'uno concentrando gli sforzi su uno Stato dotato di capacità di espansione, e l'altro con operazioni terroristiche in Occidente.
Chi lo sostiene e chi lo contesta? - Lo Stato Islamico è sostenuto da una giovane generazione di jihadisti di varia provenienza. Gli ideologi jihadisti della vecchia generazione e gli ideologi musulmani riconducibili ai Fratelli Musulmani invece lo contestano, ma nessuno si pronuncia in modo unitario.
Come mai molti jihadisti vengono dall'estero? - Il combattente jihadista gode di un grande prestigio sia quando cade come "martire", sia come reduce del jihad. Il reclutamento avviene tra categorie che soffrono di disagio economico o psicologico ma anche tra i fanatici della "guerra santa".
Conflitto religioso? - Ci sono motivi politici ed economici dietro la guerra in Iraq e in Siria, ma non va comunque sottovalutato l'elemento religioso.
Che cosa dobbiamo imparare da queste vicende? - La questione dello Stato islamico insegna che non è possibile usare i fondamentalisti islamici per ottenere risultati politici, come hanno fatto gli americani in Afghanistan e in Libia.
Come mai l'Occidente è lento nella risposta ai vescovi orientali? - Alla crisi economica che indebolisce l'Europa si aggiunge il fatto che i cristiani non hanno un peso politico autonomo in Medio Oriente.
I musulmani sono tutti uguali? - I musulmani che vivono in Occidente si distinguono per l'etnia o l'origine nazionale. Ma molti di loro ormai hanno perso il legame con l'Islam del Paese o della cultura di provenienza e si riconoscono più facilmente in un Islam globale.