Oim e Unhcr: "Non è un porto sicuro dove dovrebbero essere condotte persone raccolte in acque internazionali"
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"I 144 migranti, comprese donne incinte e bambini, che erano stati salvati domenica pomeriggio nel Mediterraneo dal cargo Lady Sham, sono stati trasferiti in un centro di detenzione in Libia". Lo scrive su Twitter il portavoce dell'Oim in Italia, Flavio di Giacomo, ricordando che molti di loro "erano in cattive condizioni fisiche" e ribadendo che "la Libia non è un porto sicuro dove dovrebbero essere portate persone salvate in acque internazionali".
Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni, dall'inizio dell'anno al 20 gennaio, un totale di 4.883 migranti e rifugiati sono entrati in Europa via mare attraversando il Mediterraneo e 203 hanno perso la vita.
Il dato sugli arrivi è in lieve aumento rispetto ai 4.466 migranti e rifugiati giunti nello stesso periodo dell'anno scorso, mentre i morti segnalati nei primi 20 giorni del 2018 erano 201, precisa una nota dell'agenzia. In Italia sono arrivate 155 persone.
Il Missing Migrants Project dell'Oim segnala che si tratta del quarto anno consecutivo in cui almeno 200 migranti irregolari e rifugiati hanno perso la vita in mare nel corso del mese di gennaio. Nel dettaglio, dall'inizio del 2019, 155 arrivi di migranti e rifugiati sono stati segnalati in Italia, 49 a Malta, 1.166 in Grecia, 84 a Cipro e 3.429 in Spagna. La stragrande maggioranza dei decessi sono stati registrati sulla rotta del Mediterraneo centrale (142) verso Italia e Malta. Inoltre, 59 persone hanno perso la vita sulla rotta del Mediterrraeno occidentale verso la Spagna e due su quella orientale che porta a Grecia e Cipro.
Unhcr: i migranti non tornino in Libia - "Considerato l'attuale contesto, in cui prevalgono scontri violenti e diffuse violazioni dei diritti umani, i migranti e i rifugiati soccorsi non devono fare ritorno in Libia". Lo afferma in una nota l'Unhcr, sollecitando gli Stati a "intervenire con urgenza per ristabilire misure di soccorso efficaci nel Mediterraneo aumentando le operazioni di soccorso coordinate e congiunte, ristabilendo procedure di sbarco rapide in porti sicuri, e revocando le misure che impediscono di operare alle imbarcazioni delle Ong".