Bocciate le norme maltesi in vigore da anni: cittadinanza in cambio di investimenti nel Paese. Uno schema imitato dal presidente americano
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La cittadinanza europea non è in vendita. Lo ha stabilito la Corte Ue, che ha bocciato il programma dei passaporti per ricchi lanciato da Malta fin dal 2014 e riconfermato nel 2020. L'iniziativa è molto simile alla gold card varata da Donald Trump negli Stati Uniti, visto che permette a magnati extraeuropei di ottenere la cittadinanza maltese (e quindi europea) in cambio di investimenti nel Paese. I giudici di Lussemburgo hanno ora dato ragione alla Commissione europea, che aveva deciso di fare ricorso sostenendo che il sistema maltese violasse le regole dell'Unione e il principio di leale cooperazione.
La Corte di giustizia europea evidenzia che il programma dei cosiddetti "visti d'oro" è assimilabile a una "commercializzazione" dello status di cittadino europeo e viola il diritto comunitario: "Ogni Stato membro", si legge nella sentenza, "è libero di definire i requisiti in base ai quali concede o revoca la propria cittadinanza, ma nel rispetto delle norme Ue. Un Paese, scrivono ancora i giudici, non può perciò "concedere la propria cittadinanza e, di fatto, quella europea in cambio di pagamenti o di investimenti predeterminati", perché questo "equivale a fare dell'acquisizione della cittadinanza una semplice transazione commerciale", svuotandola del suo valore. In questo modo, concludono i giudici, viene a mancare il legame di lealtà e solidarietà tra cittadini e Stato, e si mina la fiducia tra Paesi membri.
Il governo laburista di Malta, che nel 2014 con Joseph Muscat lanciò il programma per la vendita della cittadinanza maltese (e quindi per il libero accesso nella Ue) a ricchi extraeuropei, ha annunciato che rispetterà la sentenza della Corte di giustizia europea e adeguerà la sua legislazione. Ma ha anche spiegato di non aver alcuna intenzione di chiudere del tutto uno schema che molti altri Paesi hanno imitato e adottato nell'ultimo decennio, compresi gli Stati Uniti di Trump. "Come sempre", ha dichiarato il premier Robert Abela, "il governo di Malta rispetta le decisioni dei tribunali. In questo momento le implicazioni legali di questa sentenza sono in fase di studio dettagliato, in modo che il quadro normativo sulla cittadinanza possa essere allineato ai principi delineati nella sentenza". E ha subito sottolineato che "coloro che hanno già ottenuto la cittadinanza nell'ambito del programma non saranno interessati", dalla sentenza della Corte.
"Le decisioni prese sia nell'ambito dell'attuale che del precedente quadro legislativo rimangono valide", ha continuato Abela, rivendicando che "il programma è stato creato a beneficio dei maltesi" e che "nel corso degli anni, ha permesso di investire circa 1,4 miliardi di euro a favore della popolazione". Il capo del Partito nazionalista, di cui fa parte anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ha avanzato la richiesta di immediato stop al programma: "La cittadinanza maltese non deve essere svenduta per far cassa".
Il premier maltese Robert Abela ha però rilanciato: "Tutti dovrebbero superare le faziosità a favore dell'interesse nazionale", accusando i nazionalisti di aver fatto "tutto il possibile per causare a Malta il massimo danno", a livello Ue. Il governo ha infine espresso la ferma intenzione di difendere il suo schema, che segue norme introdotte nel 2014 e confermate (revisionate) nel 2020. Lo stesso ex premier Joseph Muscat definisce lo schema maltese "il migliore del mondo" e bolla la sentenza della Corte come "giudizio politico".