Medici Senza Frontiere, le foto dei rifugiati nei campi di detenzione in Libia
© ufficio-stampa
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Sono migliaia le persone rinchiuse, esposte agli abusi e alla morte e costretti alla disperazione
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Sono migliaia i rifugiati e migranti rinchiusi nei centri di detenzione in Libia. Il conflitto tra il Governo di accordo nazionale di Tripoli e l'Esercito Nazionale libico ha reso la situazione ancor più pericolosa. Lontano dall'area di battaglia, centinaia di persone rimangono bloccate per periodi indefiniti nelle prigioni temporanee, esposti agli abusi e alla morte e costretti alla disperazione, come dimostrano queste foto che Medici Senza Frontiere ha inviato in esclusiva a Tgcom24.
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A sud di Tripoli, sulle montagne Nafusa, persone bisognose di protezione internazionale e registrate presso l'Unhcr in quanto richiedenti asilo o rifugiati sono rimasti bloccati nei centri di detenzione per mesi - e in alcuni casi per anni - praticamente senza assistenza. Tra settembre 2018 e maggio 2019, almeno 22 persone sono morte nei centri di Zintan e Gharyan, principalmente per via della tubercolosi. Tra i morti c'erano giovani uomini, donne e un bambino di 8 anni.
Il centro di detenzione di Zintan - Nel centro di detenzione di Zintan, circa 700 persone erano rinchiuse in un magazzino sovraffollato e altre 200 in edifici più piccoli. Le condizioni igienico-sanitarie della struttura principale erano disastrose. I detenuti avevano a disposizione soltanto quattro bagni e non c'era nemmeno una doccia.
Il magazzino principale è stato svuotato a giugno e le persone sono state distribuite tra gli altri edifici all'interno del complesso del centro.
La maggior parte dei rifugiati detenuti a Zintan sono originari dell'Eritrea e della Somalia. Altri sono stati trasferiti dai vari centri di detenzione di Tripoli nel settembre 2018. Molti hanno vissuto esperienze terribili in Libia - incluso il rapimento da parte di trafficanti di esseri umani che li hanno sottoposti a stupri e torture - e soffrono sia fisicamente che psicologicamente.
Il livello di trauma e disperazione è così alto che sono stati diversi i tentativi di suicidio registrati. A fine maggio, Medici Senza Frontiere ha fornito assistenza medica nel centro di Zintan. Nei mesi successivi, inoltre, lo staff ha distribuito cibo alle persone affinché potessero migliorare la loro alimentazione.
Il 3 giugno, 96 persone sono stata trasferite in una struttura Unhcr dal centro di detenzione di Zintan. Attualmente, nel centro restano 585 persone.