Da anni nel braccio della morte

La storia di Vernon, condannato a morte e malato di Alzheimer: niente iniezione letale?

La sua esecuzione al momento è sospesa: i condannati non possono essere giustiziati se non ne comprendono il motivo. L'opinione pubblica si divide

13 Ott 2018 - 12:31

Non ricorda dove si trova, cerca la mamma come un bambino pure se è morta anni fa. Non riesce più a camminare e ci vede poco. Vernon Madison, 68 anni, ha l'Alzheimer ed è un assassino. Da anni nel braccio della morte di un carcere dell'Alabama, Vernon ha aggredito sua moglie e ucciso un agente nel 1985. Il 25 gennaio scorso, mezz'ora prima dell'iniezione letale, la sua esecuzione è stata bloccata perché, secondo la giurisprudenza Usa, i condannati non possono essere giustiziati se non ne comprendono il motivo.

E' giusto che un uomo che non ha più memoria, che non ricorda il motivo per cui è in carcere, venga giustiziato? La Costituzione americana lo permette? La condanna a morte di Vernon risulta, al momento, sospesa e il verdetto sulla sua fine spetta alla Corte Suprema.

Aprile 1985 – Trentatré anni fa Madison uccise con due colpi di pistola l'agente Julius Schulte che era intervenuto durante un litigio dell'uomo con sua moglie. Dell'assassinio Vernon non ha mai riconosciuto le sue responsabilità e, nel corso del processo a suo carico, prima si dichiarò malato di mente e qualche anno dopo ammise di aver agito per legittima difesa. Dopo due ictus, uno nel 2015 e l'altro nel 2016, l'assassino è davvero malato e ora potrebbe non finire davanti al suo boia.

Panetti contro Quaterman – Il tribunale dell'Alabama che ha bloccato l'esecuzione di Vernon si è appellato a una decisione del 2007 della Corte Suprema che stabilisce, semplicemente, che gli imputati condannati a morte non possono essere giustiziati se non ne comprendono il motivo. E' il caso appunto di Madison che, a causa della demenza vascolare ormai certificata, non ricorda più perché da 33 anni è chiuso dietro le sbarre. Così, mentre l'accusa non ritiene che l'Alzheimer sia causa sufficiente per risparmiargli la vita, la difesa si appella all'ottavo emendamento che vieta “il ricorso a pene crudeli e inusitate”.

La decisione definitiva - L'ultima parola spetterà alla Corte Suprema che ha già sentito le parti e dovrà quantificare la differenza tra chi non ricorda il crimine commesso e chi non è in grado di comprendere i concetti di delitto e di pena. Intanto i magistrati della Corte si sono impegnati ad approfondire la questione del degrado cognitivo del condannato. Vernon molto probabilmente è ignaro di tutto. Nel frattempo l'opinione pubblica si divide tra chi vorrebbe vederlo morto e chi vorrebbe salvarlo. Lui, in attesa della sua sorte, tutte le mattine aspetta una madre e un fratello che non arriveranno mai. Perché sono morti e Vernon Madison è stato condannato per omicidio ma lui non lo ricorda più.

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