Jonathan è stato colpito mentre soccorreva alcuni bambini, Rob ha fermato l'emorragia di una ragazzina e fasciato la gamba di un uomo, Zach ha messo in salvo decine di persone
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Rob ha aiutato i feriti, Zach ha messo in salvo decine di persone, Jonathan si è ferito mentre cercava di raggiungere alcuni bambini per metterli in salvo. Sono tante le storie degli eroi che, nell'orrore dell'ennesima strage, quella di Las Vegas, hanno fasciato arti, fermato emorragie, aiutato in tutti i modi ragazzi, uomini, donne, tutti terrorizzati dagli spari, dal sangue, dalla violenza.
C'è Rob Ledbetter, 42 anni, ex cecchino dell'esercito americano in Iraq, subito intervenuto per aiutare i feriti caduti a terra sotto i colpi di arma da fuoco di Stephen Craig Paddock. C'è poi la storia di Zach (di lui si conosce solo il nome), che ha messo in salvo decine di persone mentre tutti cercavano di fuggire, spaventati, dal luogo della strage. E ancora, la tragica fine di un infermiere, colpito a morte mentre cercava di proteggere sua moglie dalla furia omicida del killer.
Ferito mentre aiutava dei bambini - Jonathan Smith, 30 anni, voleva soccorrere alcuni bambini quando è stato centrato al collo dal folle che sparava a raffica sulla folla: anche per lui è intervenuto un "angelo", un poliziotto in borghese che gli ha salvato la vita cercando in qualche modo di tamponargli la ferita, e poi trovandogli un passaggio per l'ospedale.
L'ex cecchino dell'esercito in soccorso dei feriti - "C'era un'eco fortissima, sembrava che i colpi provenissero da tutte le parti e non sapevi da che parte correre", ha raccontato Ledbetter, che era al concerto con sette persone, incluso il fratello, rimasto ferito, e la moglie. Una volta messa la comitiva al riparo in un'area per vip, si è subito buttato nella mischia per aiutare i feriti. E, grazie alla sua esperienza nell'esercito, sapeva cosa fare. Ha chiesto a un uomo togliersi la camicia, che ha usato come laccio emostatico per fermare l'emorragia di una ragazzina con il volto coperto di sangue. Ha aiutato e curato un uomo ferito alla spalla; ha fasciato con una camicia la gamba di un altro trafitta da una pallottola. Avrebbe voluto soccorrere più persone, "ma il fuoco era incessante, i proiettili rimbalzavano", la gente continuava a cadere a terra, ed è stato costretto a desistere.
Lunghissimi minuti di terrore - Secondo molti testimoni, le raffiche sono proseguite per 10-15 minuti a brevi intervalli e dal momento in cui Paddock ha sparato il primo colpo a quando si è suicidato sono passati circa 20 lunghissimi minuti. Ma il bilancio delle vittime sarebbe stato ancora più pesante se la polizia non avesse individuato rapidamente la camera da cui sparava.
Il killer aveva con sè 23 tra fucili e pistole, oltre a migliaia di munizioni. Un poliziotto in pensione ha spiegato al Washington Post che è stato l'allarme antincendio installato nella sua stanza a tradirlo: il sistema è scattato a causa del fumo provocato dagli spari. In un hotel con oltre 3.300 stanze, le teste di cuoio della Swat hanno così potuto intervenire a colpo sicuro, arrivano proprio davanti alla porta della stanza da cui aveva organizzato la terribile strage.