Nuove tensioni

Libano, Beirut in rivolta: assaltate le sedi dei ministeri degli Esteri e dell'Economia | Interviene l'esercito

Almeno 5mila persone in piazza. Scontri tra polizia e manifestanti, 730 feriti. I soldati sgomberano le sedi occupate

09 Ago 2020 - 05:57
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Alta tensione a Beirut, dove almeno 5mila persone sono scese in piazza per protestare contro il governo. Scontri tra polizia e manifestanti: sparati gas lacrimogeni, ferite un centinaio di persone. Assaltata la sede del ministero degli Esteri e di quello dell'Economia. Scontri tra manifestanti e seguaci di Hezbollah, 730 feriti. Il premier libanese: "O soluzione a crisi o voto". L'esercito interviene per sgomberare gli edifici.

Esercito sgombera ministero degli Esteri - L'esercito libanese è poi intervenuto in serata per sgomberare la sede del ministero degli Esteri a Beirut da un gruppo di manifestanti che lo aveva occupato. I manifestanti, guidati da ufficiali dell'esercito in pensione, avevano preso il controllo dell'edificio, proclamandolo "quartier generale della rivoluzione" durante la manifestazione antigovernativa a Beirut. L'esercito ha quindi inviato rinforzi per sgomberare l'edificio. 

Impiccato in piazza il manichino del leader libanese di Hezbollah Un manichino dalle sembianze di Hasan Nasrallah, leader degli Hezbollah libanesi, è stato appeso a un finto-patibolo di legno in piazza dei Martiri. 

Seguaci Hezbollah tentano assalto in piazza Martiri Non si è  fatta attendere la reazione dei seguaci di Hezbollah che sono scesi in strada nel centro di Beirut, dal vicino quartiere di Zoqaq al Blatt. L'esercito libanese si è frapposto e per ora ha respinto l'assalto dei seguaci di Hezbollah sul Ring, la sopraelevata che si affaccia su piazza dei Martiri.

Premier: "O soluzione a crisi o voto" Il premier libanese Hassan Diab ha invitato i partiti politici a risolvere la crisi del Paese in due mesi altrimenti ci saranno le elezioni anticipate. "Ora è il momento della responsabilità collettiva. Vogliamo una soluzione per tutti i libanesi", ha detto il premier, lanciando il suo ultimatum politico.

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