Trattamento riservato anche a bambini di 11 e 12 anni

Libano, umilia e tortura giovani operai con martellate ed elettroshock: datore di lavoro rischia fino a 3 anni

In un video divenuto virale si vedono braccianti, alcuni molto giovani, rimanere fermi e nudi con una patata in bocca. In sottofondo si sentono le urla del loro capo

29 Giu 2022 - 17:34
 © Twitter: L'Orient-Le jour

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Sedici lavoratori, alcuni anche molto giovani, erano costretti a subire maltrattamenti e percosse dal loro datore di lavoro che li prendeva a martellate, li sottoponeva a elettroshock oppure li umiliava, dopo che questi avevano chiesto di essere pagati al termine di alcune settimane di lavoro. Questi alcuni dei comportamenti contestati dall'accusa al proprietario di una azienda ortofrutticola di Akura, in Libano, a nord-est di Beirut. La Procura generale ha concluso le indagini e ora l'uomo rischia fino a tre anni.

Secondo quanto riporta il quotidiano libanese francofono L'Orient-Le Jour, il caso è scoppiato quando il video dei soprusi subiti dagli operai, 13 siriani e 3 libanesi, è diventato virale sui maggiori social network, attirando l'attenzione prima degli utenti delle piattaforme, poi delle autorità libanesi. Nel video Charbel Tarabay, datore di lavoro dei giovani braccianti, li percuote mentre posavano nudi contro una parete e con una patata in bocca. In sottofondo alcuni complici dell'uomo lo incitavano a continuare il trattamento.

Il tutto sarebbe iniziato quando, pur di non pagarli, Tarabay avrebbe cercato diverse scuse. "Ha urlato accusandoci di avergli rubato i suoi occhiali da sole - racconta un ragazzino di 12 anni, impiegato come bracciante - Gli abbiamo giurato che non c'entravamo. Ci ha ordinato di spogliarci e ci ha messo in fila contro il muro, mentre minacciava di accusarci di avergli rubato 100 milioni di sterline se non gli fossero stati restituiti gli occhiali".

Un altro racconta che lui e suo figlio hanno subito vessazioni fisiche molto più violente "Le percosse sono piovute in tutte le direzioni, con un bastone, un cavo elettrico, un martello... - afferma un uomo di 49 anni, presente all'accaduto insieme a suo figlio di 11 - Ad un certo punto Laurence ha avuto sete e ha chiesto dell'acqua. I suoi torturatori lo hanno inzuppato con un secchio di acqua ghiacciata, poi lo hanno punzecchiato con delle scosse elettriche".

Del caso si è interessato anche il ministro degli interni libanese, Bassam Mawlawi. L'avvocato delle vittime afferma che "questi [video] erano probabilmente destinati a terrorizzare altri lavoratori che Tarabay avrebbe rifiutato di pagare". Inoltre senza di essi sarebbe stato molto più difficile provare che quello che dicevano le vittime fosse vero. Al termine delle indagini, le accuse a carico dell'impresario sono di sequestro di persona, torture e minacce aggravate dall'uso di armi.

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