Nel nostro Paese tanti i giornalisti sotto protezione perché minacciati
L'Italia scivola al 77esimo posto nella classifica stilata da Reporters sans frontières sulla libertà di stampa. Il nostro Paese, rispetto al 2015, perde 4 posizioni. Le cause, secondo la ong, sono da ricercare nei tanti giornalisti sotto protezione perché minacciati e "nell'attacco giudiziario in atto in Vaticano" in relazione allo scandalo Vatileaks. In testa alla classifica Finlandia, Olanda, Norvegia, Danimarca e Nuova Zelanda.
La classifica è chiusa da Vietnam (175), Cina (176), Siria (177),Turkmenistan (178), Corea del Nord (179) ed Eritrea (180).
"Tutti gli indicatori della classifica testimoniano un regresso.Molte autorità pubbliche stanno cercando di riprendere ilcontrollo del loro Paese, temendo grandi aperture del dibattitopubblico", ha commentato Christophe Deloire, segretario generaledi Rsf.
Se la situazione si è aggravata in tutte le aree geografiche, ilcontinente americano - in particolare - ha fatto registrare ungrande passo indietro soprattutto a causa dell'uccisione dinumerosi giornalisti nell'America centrale. In America latina,"la violenza istituzionale (in Venezuela, 139esimo, ed Ecuador,109) e quella del crimine organizzato (Honduras, 137), l'impunità(Colombia, 134), la corruzione (Brasile, 104), la concentrazionedei media (Argentina, 54) rappresentano i principali ostacolialla libertà di stampa", ha spiegato Reporter senza frontiere.
In America del Nord, gli Stati uniti (41) soffrono invece lacyber-sorveglianza e il Canada - che perde dieci posizioni, al18esimo posto - ha visto la sua situazione degradarsi "durantela fine del mandato dell'ex primo ministro Stephen Harper".
E così, le Americhe sono finite dietro l'Africa, anche se la zonadell'Africa del Nord e del Medio Oriente resta la regione delmondo in cui i giornalisti sono "più sottoposti a pressioni diogni sorta". In alcuni paesi in crisi, come Iraq (158), Libia(164) e Yemen (170), "esercitare la professione di giornalistadenota coraggio", ha sottolineato Rsf, che ha accolto con favoreil miglioramento della situazione in Tunisia (96esima, dopo averguadagnato 30 posizioni), dove si registra "un consolidamentodegli effetti positivi della rivoluzione".