Lampedusa, al porto la demolizione di 160 barchini utilizzati dai migranti
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Le due barche sono state trattenute lo scorso 2 settembre da militari libici per aver sconfinato in acque territoriali. Il procuratore di Catania: "Un'offerta ripugnante"
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Dalla Libia di Khalifa Haftar arriva un'offerta che il procuratore di Catania Zuccaro ha definito "ripugnante": i 18 pescatori italiani catturati dai soldati di Haftar in acque libiche lo scorso 2 settembre - mentre erano a bordo dei pescherecci Antartide e Medinea - in cambio di 4 uomini condannati in Italia a 30 anni per traffico di esseri umani e omicidio di 49 migranti.
Scafisti "calciatori" - 18 pescatori italiani scambiati con quattro calciatori libici. Una proposta bizzarra, se non si trattasse di nostri concittadini tenuti in ostaggio da pericolosi criminali. Perché quelli che nel Paese nordafricano considerano promesse calcistiche, per la giustizia italiana sono invece trafficanti di uomini e assassini condannati a 30 anni di carcere. E i marinai del nostro Paese sono diventati la merce di scambio per farli tornare in patria.
La cattura - Tutto comincia il 2 settembre, quando un gruppo di militari blocca quattro pescherecci italiani perché sono entrati in acque libiche. Gli equipaggi di due imbarcazioni - Antartide e Medinea - insieme a due comandanti vengono portati in Libia e offerti come merce di scambio. Dopo aver rifiutato la la proposta, il procuratore di Catania Zuccaro ha commentato: "Questi uomini non sono stati condannati solo perché al comando dell’imbarcazione, ma anche per l'omicidio.dei 49 migranti tenuti in stiva. Lasciati morire in maniera spietata, sprangando il boccaporto per non trovarseli in coperta. Un episodio fra i più brutali mai registrati".
L'appello - L'attesa per i parenti dei pescatori italiani è diventata insopportabile, anche perché la situazione non accenna a sbloccarsi. "Se entro qualche giorno non si troverà una soluzione ci recheremo a Roma con le famiglie degli altri ostaggi per far sentire ancor di più la nostra voce al Governo Italiano", promettono i due armatori delle barche, Leonardo Gancitano e Marco Marrone.
L'impegno di Di Maio Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito le famiglie dell'equipaggio dei pescherecci sequestrati in Libia, il sindaco di Mazara del Vallo e gli armatori, ai quali ha assicurato il massimo impegno del governo per una risoluzione positiva della vicenda. Lo si apprende da fonti diplomatiche. Il pressing della Farnesina è senza sosta: Di Maio ha sentito prima il suo omologo emiratino e poi sentirà il ministro russo Lavrov. Sia gli Emirati siaMosca sono due attori molto influenti nei confronti di Bengasi
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