Intanto il governo di Sarraj chiude con Parigi, accusandola di sostenere Haftar e fomentare la guerra
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I militari fedeli al governo di Sarraj resistono all'avanzata delle milizie di Haftar, mettendo a segno la riconquista di Azizia, cittadina a sud di Tripoli teatro di importanti scontri nei giorni scorsi, ma il conflitto in Libia resta ancora lontano da una svolta definitiva. In due settimane di combattimenti si registrano almeno 225 morti, tra cui 70 bambini e 40 donne, e circa 18mila sfollati. Un dato quest'ultimo che mostra, come ha spiegato il premier Conte, che "il rischio di crisi umanitaria è concreto".
Conte: "Nessun rischio migranti dalla Libia" - Il premier italiano, che ha riferito in Senato sulla Libia, ha quindi precisato che nonostante la situazione del Paese sia motivo di forte preoccupazione per l'Italia, la Ue e tutta la comunità internazionale, al momento "non emerge un quadro di imminente pericolo per quanto riguarda le possibili conseguenze sui flussi migratori verso l'Italia".
Resta invece alta l'attenzione, "anche attraverso i servizi di intelligence", ha aggiunto Conte, per il potenziale "rischio di recrudescenza del fenomeno terroristico".
Tripoli resiste, ma Haftar si avvicina - Sul piano militare dopo che l'esercito del governo di Sarraj, sembrava aver bloccato l'avanzata delle milizie di Haftar riconquistando Azizia, cittadina a sud di Tripoli teatro di importanti scontri nei giorni scorsi, è arrivata la controffensiva di Bengasi. Nella serata di giovedì le milizie di Haftar hanno infatti bombardato le zone di Khalet Elfurjan e Ain Zara e le violente esplosioni sono state distintamente avvertite a Tripoli. Secondo alcuni osservatori, Haftar si starebbe preparando all'attacco finale per l'ingresso nella capitale.
Lo strappo tra Tripoli e Parigi - Intanto Tripoli cerca una svolta sul piano politico, invocando un concreto sostegno della comunità internazionale e mettendo gli sponsor di Haftar di fronte alle proprie responsabilità.
In questo quadro si inserisce la rottura tra il governo Sarraj e Parigi, accusata di sostenere Haftar e fomentare la guerra. "Qualsiasi relazione con la parte francese nell'ambito degli accordi bilaterali nel campo della sicurezza si fermerà", ha annunciato infatti il ministero dell'Interno.
Parigi, da parte sua, ha smentito categoricamente di sostenere Haftar, parlando di "accuse infondate" e ricordando che la Francia "in diverse occasioni ha espresso il sostegno al governo legittimo del primo ministro Sarraj e alla mediazione dell'Onu per una soluzione politica inclusiva".