Abdurahman Al Milad è stato raggiunto da colpi esplosi contro la sua auto. Era considerato uno dei maggiori organizzatori del traffico di migranti in Libia
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È stato ucciso a Tripoli Abdurahman Al Milad, noto come Bija o Bidja, uno dei principali trafficanti di esseri umani in Libia. Il criminale è stato colpito da vari spari esplosi contro la sua auto nella zona di Sayyad, alla periferia di Tripoli. Il Sadeq Institute lo ha definito "il più noto trafficante di esseri umani del Paese", ricordando che è poi diventato ufficiale della Guardia costiera libica.
Bija era considerato dall'Onu e dalla Corte internazionale dell'Aja uno dei maggiori organizzatori del traffico di migranti in Libia.
Il trafficante "ha costruito un impero sulla sofferenza umana, e la politica europea lo ha reso possibile", ha sottolineato Anas El Gomati, direttore del Sadeq Institute. Bija aveva "trasformato i soccorsi in un riscatto: i più vulnerabili intercettati nel Mediterraneo venivano riportati in Libia per essere estorti nei centri di detenzione", ha aggiunto l'analista.
Abdurahman Al Milad è stato ucciso da un commando di uomini armati. Il soprannome "Al Bija" deriva dalla sua passione per il calcio e in particolare per il grande campione italiano Roberto Baggio. Bija ha guadagnato notorietà internazionale nel 2017 per via del suo ruolo di primo piano nell'uso della violenza contro i migranti e del suo coinvolgimento in operazioni di contrabbando legate alla Brigata Nasr (tribù Awlad Buhmira). "Dopo un breve periodo di detenzione, Bija ha adottato un atteggiamento apparentemente virtuoso contro il crimine. Si è esposto contro le operazioni di contrabbando di carburante da Zuwarah e ha curato la sua immagine di membro della Guardia Costiera.
Milad era stato inserito nella lista del Comitato delle Sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite "dal giugno 2018 per il suo coinvolgimento nel traffico di esseri umani e nel contrabbando di carburante". È stato anche soggetto a un "bollettino speciale" dell'Interpol e a "un mandato di arresto emesso nell'aprile 2019 dalla Procura Pubblica di Tripoli, con l'accusa di traffico di esseri umani e contrabbando di carburante".