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Dopo l'uccisione del generale Qassem Soleimani, Teheran non rispetterà più alcun limite previsto dall'accordo sul nucleare
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Dopo l'uccisione del geneale Qassem Soleimani, cresce la tensione tra Iran e Stati Uniti. Secondo l'emittente Al Arabiya, Teheran avrebbe annunciato l'intenzione di non rispettare più alcun limite previsto dall'accordo sul nucleare del 2015 e che "arricchirà l'uranio senza restrizioni". Il parlamento iracheno intanto ha approvato una risoluzione che chiede di metter fine alla presenza di tutte le truppe straniere nel Paese.
Se l'Iran dovesse attaccare qualunque persona o obiettivo americano gli Stati Uniti colpiranno subito anche in maniera sproporzionata": è la nuova minaccia su Twitter di Donald Trump. "Questi post serviranno come notifica al Congresso", aggiunge Trump, che afferma come "nessun avviso legale è richiesto, e ciò nonostante viene fornito!".
La risoluzione del parlamento iracheno sull'espulsione delle truppe statunitensi "è di grande importanza e rappresenta un passo verso una maggiore stabilità e sicurezza nella regione". Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani in una conversazione telefonica con il suo omologo iracheno Barham Salih. "Sicuramente il sangue dei grandi comandanti del fronte della resistenza porterà a nuovi sviluppi nella regione", ha aggiunto in riferimento all'uccisione di Soleimani. Il presidente iraniano ha anche auspicato un rafforzamento della cooperazione tra Teheran e Baghdad per contrastare le "misure aggressive e le interferenze" degli Stati Uniti.
Se gli Usa compiranno un nuovo attacco dopo la rappresaglia iraniana per l'uccisione del generale Qassem Soleimani, Teheran "cancellerà Israele dalle carte geografiche". Lo ha affermato Mohsen Rezai, ex capo delle Guardie della rivoluzione, attualmente segretario del potente Consiglio per la determinazione delle scelte, un organo di mediazione fra le diverse istituzioni dello Stato. "Le truppe Usa saranno presto espulse dalla regione", ha aggiunto Rezai, parlando a una commemorazione di Soleimani a Teheran.
Diversi colpi di mortaio hanno colpito la Green Zone, l'area altamente fortificata di Baghdad dove si trovano gli uffici governativi e le rappresentante diplomatiche estere, vicino all'ambasciata americana. Lo riportano Afp, Al Jazeera e Al Arabyia.
La tv iraniana Al Arabiya ha dato notizia che Teheran non rispetterà più alcun limite previsto dall'accordo sul nucleare del 2015. L'emittente ha citato una dichiarazione dell'amministrazione del presidente Hassan Rohani, secondo cui il Paese arricchirà l'uranio "senza restrizioni in base alle sue esigenze tecniche".
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha convocato per lunedì pomeriggio una riunione del Consiglio Nord Atlantico, vale a dire gli ambasciatori dei 29 Paesi membri, per consultazioni a seguito delle tensioni in Medio Oriente dopo l'assassinio del generale iraniano Qassem Soleimani a Baghdad in un attacco Usa. Lo ha annunciato un portavoce dell'Alleanza atlantica. La riunione del Consiglio si terrà alle 15 nella sede dell'Alleanza di Bruxelles, ha precisato un'altra fonte.
"La risposta dell'Iran sarà sicuramente militare e contro siti militari". Lo ha affermato, in un'intervista alla Cnn, Houssein Dehghan, uno dei più stretti consiglieri dell'ayatollah Ali Khamenei. Dehghan ha così replicato al tweet in cui Donald Trump ha affermato che tra i possibili obiettivi degli Usa ci sono anche siti culturali iraniani.
Il provvedimento, votato dal parlamento iracheno a favore della risoluzione che chiede al governo di Baghdad di far ritirare dal Paese i soldati della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, dovrebbe riguardare anche i militari italiani. In questo momento sono dispiegati: un contingente di carabinieri a Bagdad, con compiti di addestramento; il contingente di truppe speciali, la Task Force 44, concentrato soprattutto nella zona settentrionale di Kirkuk; il gruppi degli addestratori a Erbil, nel Kurdistan. In tutto sono presenti in Iraq 926 militari italiani.
Il parlamento iracheno ha chiesto al governo di cacciare la coalizione internazionale anti-Isis a guida Usa. La missione è partita nel 2014 su richiesta del governo di Baghdad. Al momento ci sono 5.200 militari americani sul suolo iracheno, più forze di altri Paesi che partecipano alla coalizione. "Il parlamento ha votato in favore dell'impegno del governo per revocare la sua richiesta di aiuto contro l'Isis alla coalizione internazionale", ha annunciato il presidente della Camera Mohammed Halbusi.
Il capo di Hezbollah libanese, Seyed Hassan Nasrallah, ha detto di avere incontrato il generale iraniano Qassem Soleimani una settimana prima della sua uccisione e di averlo avvertito del pericolo, ottenendo come risposta una risata del capo della Forza Qods dei Pasdaran. "Gli ho detto che sui media americani si parlava di lui, avvertendolo che quello era un avviso di pericolo per il suo assassinio", ha ricordato Nasrallah. "Lui - ha aggiunto - ha fatto una risata e ha escluso che ci fosse una tale possibilità".
L'Iran ha annullato una delle cerimonie funebri per il generale Soleimani, a Teheran, a causa dell'enorme affluenza di persone che si sono riunite per quella nella città santa sciita di Machhad.
Sull'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani la Gran Bretagna "la pensa come gli Stati Uniti". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab. "Era una minaccia per la regione. Capiamo la posizione nella quale si sono trovati gli Stati Uniti. Hanno il diritto di difendersi", ha detto il ministro spiegando di aver parlato dei fatti con il presidente iracheno e i suoi colleghi di Francia e Germania.
Il capo del movimento sciita libanese Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah, ha rivolto un appello all'Iraq a liberarsi "dall'occupazione americana". "La nostra richiesta, la nostra speranza è che i nostri fratelli al parlamento iracheno adottino una legge per la fuoriuscita degli Stati Uniti dall'Iraq", ha dichiarato Nasrallah in un intervento alla tv.
L'Iraq ha reso noto di aver presentato una denuncia alle Nazioni Unite contro "gli attacchi americani".
La coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti ha annunciato la sospensione delle sue operazioni in Iraq. "La nostra priorità è proteggere tutto il personale della coalizione impegnato per la sconfitta di Daesh. Ripetuti attacchi con razzi negli ultimi due mesi da parte di elementi delle Brigate Hezbollah hanno causato la morte di due membri del personale delle forze di sicurezza irachene e di un civile statunitense", ha dichiarato la coalizione in una nota.
Il governo iracheno ha convocato l'inviato degli Stati Uniti nel Paese per protestare contro "la violazione della sovranità" compiuta con il raid statunitense nel quale è stato ucciso il generale iraniano Qassam Soleimani.
I deputati del Parlamento di Teheran hanno chiesto una rappresaglia per le azioni degli Stati Uniti, scandendo slogan come "Abbasso gli Usa", "Abbasso Israele", "Il martirio è il nostro onore". Lo speaker del parlamento, Ali Larijani, si è rivolto al presidente degli Stati Uniti, affermando: "Mr. Trump! Ascolta, questa è la voce della nazione iraniana".
Tutti i Paesi del mondo hanno la responsabilità di prendere posizione appropriata contro le mosse terroristiche degli Usa, se vogliono evitare che si ripetano atti odiosi e senza precedenti come l'uccisione del generale Qassem Soleimani. Lo ha detto il ministro iraniano della Difesa Amir Hatami.
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L'Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha invitato a Bruxelles il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. Lo riferisce una nota del servizio di azione esterna della Ue, precisando che Borrell ha invitato Zarif nel corso di una telefonata tra i due dove si è parlato dei recenti sviluppi in Iraq con l'Ue che ha esortato Teheran a evitare una escalation nella regione e dell'importanza di preservare l'accordo sul nucleare.
L'Arabia Saudita non è stata consultata dagli alleati americani circa l'attacco Usa in Iraq in cui è stato ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani, stando ad una fonte ufficiale saudita. "Il Regno saudita non è stato consultato sull'attacco Usa", ha detto una fonte ufficiale anonima saudita.
Trump è "un terrorista in giacca e cravatta": lo ha detto il ministro iraniano dell' Informazione e delle Telecomunicazioni Mohammad Javad Azari-Jahromi, commentando la minaccia Usa colpire 52 siti iraniani, compresi quelli di importanza culturale. "Trump è un terrorista in giacca e cravatta. Imparerà molto presto che nessuno può sconfiggere la Grande nazione e la cultura iraniana", ha aggiunto.
"Il presidente Donald Trump merita il massimo riconoscimento per aver agito con determinazione, potenza e velocità": lo ha affermato il premier Benyamin Netanyahu commentando la uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani. "Questi è stato responsabile della morte di molti civili americani e di molti altri innocenti, nelle ultime decine di anni e anche in questi giorni. Suleimani ha intrapreso, progettato e realizzato molti attentati terroristici in Medio Oriente e anche altrove". "Israele - ha concluso Netanyahu - si schiera risolutamente dalla parte degli Stati Uniti nella giusta lotta per la sicurezza, la pace e la autodifesa".
L'Alto rappresentante Ue Josep "Borrell ha parlato nel fine settimana con il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif sui recenti sviluppi in Iraq, della necessità di ridurre le tensioni nella regione e dell'importanza di preservare l'accordo sul nucleare". Borrell ha "espresso profonda preoccupazione per l'aumento dei violenti scontri in Iraq, tra cui l'uccisione di Soleimani", ha "esortato l'Iran a esercitare moderazione" e a "considerare attentamente qualsiasi reazione per evitare un'ulteriore escalation".
Colpire siti culturali in Iran "sarebbe un crimine di guerra". A dirlo è il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, su Twitter in merito alla minaccia Usa contro 52 obiettivi "importanti per la cultura iraniana". "Dopo le gravi violazioni della legge internazionale con i vigliacchi omicidi di venerdì scorso - aggiunge Zarif -, Trump minaccia di commettere nuove violazioni della 'jus cogens'", la norma del diritto internazionale a tutela di valori considerati fondamentali per un Paese. "Non importa se dia calci o urli - conclude -, la fine della presenza maligna degli Usa in Medio Oriente è iniziata".
"Ci hanno attaccato e noi abbiamo contrattaccato. Se attaccano di nuovo, cosa che consiglio vivamente di non fare, li colpiremo più forte di quanto non siano mai stati colpiti prima!". Lo scrive il presidente americano Donald Trump su Twitter.
"Gli Stati Uniti hanno appena speso due trilioni di dollari in equipaggiamenti militari. Siamo i più grandi e di gran lunga i migliori al mondo! Se l'Iran attacca una base americana, o qualsiasi americano, invieremo alcune di quelle nuove meravigliose attrezzature, e senza esitazione!". Lo scrive il presidente americano Donald Trump su Twitter.
Gli Usa non avranno il "coraggio" di colpire 52 siti in Iran, come minacciato dal presidente americano. Lo ha detto il generale Abdolrahim Moussavi, comandante dell'esercito iraniano. "Dicono questo
genere di cose per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale dal loro atto odioso e ingiustificabile", ha spiegato, riferendosi all'uccisione del generale Soleimani.
Una processione funebre in onore del generale Soleimani è partita ad Ahvaz, dove il corpo dell'ufficiale e dei miliziani uccisi assieme a lui sono arrivati nella notte. Dopo la processione, saranno trasportati nella città santa di Mashhad, dove si terrù un'altra cerimonia funebre. Secondo i funzionari iraniani, le cerimonie funebri continueranno a Teheran lunedì mattina e poi a Qom lunedì sera. Il generale Soleimani verrà sepolto martedì pomeriggio nella sua città natale, Kerman.
Il vice capo delle guardie rivoluzionarie, il generale Mohammadreza Naghdi, minaccia gli Usa dopo l'attacco nel quale è stato ucciso il generale Soleimani: "Se le forze americane vogliono rimanere in vita, dovrebbero evacuare le loro basi militari nella regione e andarsene". Per Naghdi, "la rappresaglia da parte dell'Iran e dei comandanti della resistenza" è "certa, incontrollabile e dolorosa".