Prende corpo il sospetto che Al Swealmeen, che si faceva chiamare Enzo Almeni, possa essersi voluto vendicare per la mancata concessione dell'asilo politico
Sembra ridimensionarsi all'azione di uno sbandato solitario psicolabile, di origine araba ma senza legami con il terrorismo internazionale, la vicenda dell'attentato compiuto a Liverpool. Al Swealmeen era un convertito al cristianesimo che si faceva chiamare Enzo. Intanto sono stati rilasciati senza alcuna accusa i quattro giovani, tra 20 e 29 anni di età, fermati inizialmente come potenziali fiancheggiatori.
Sfuma così, almeno per ora, l'ipotesi di una cellula terroristica dietro quanto accaduto. Al Swealmeen è un giordano rifugiato da diverso tempo nel Regno Unito, aveva tentato di farsi passare per siriano per ottenere asilo politico, ma le autorità, non credendogli, glielo avevano negato; tanto più che sul suo capo pesava pure l'accusa d'aver minacciato dei passanti per strada con un coltello, nell'ambito di un episodio addebitato ai suoi disturbi mentali a quanto raccontato al "Sun" da Malcolm ed Elizabeth Hitchott, la coppia, un ex militare e sua moglie, impegnati in un'organizzazione caritativa cristiana, che per un certo periodo l'aveva preso sotto tutela.
Stando ai dettagli emersi gradualmente, prende corpo il sospetto che Emad in effetti possa essersi voluto vendicare per la mancata concessione dell'asilo: obiettivo per il quale si era pure convertito - almeno formalmente - dall'Islam alla fede anglicana, nel 2017. Si è del resto saputo che il rifugiato giordano, passato durante l'infanzia in Iraq, terra di nascita della madre, aveva anche cercato di allontanare da sé le tracce delle proprie origini mediorientali fino al punto da farsi chiamare sui social media o in giro per Liverpool con un nome di sapore italiano: Enzo Almeni, scelto in onore di Enzo Ferrari e d'una proclamata passione per le auto sportive.