Dopo la bufera sulle immagini diffuse con lo slogan: "La bellezza è nella diversità come la libertà è nell'hijab", Strasburgo ha fatto marcia indietro
"La bellezza è nella diversità come la libertà è nell'hijab". E' bastata questa frase, accompagnata dall'immagine di una giovane donna sorridente divisa a metà - da un lato con il velo islamico, dall'altro a capo scoperto -, a scatenare una bufera di polemiche intorno alla campagna del Consiglio d'Europa contro l'islamofobia e le discriminazioni per motivi religiosi e culturali. Appena è stata diffusa online, dalla Francia è giunto un fuoco di fila di accuse: dal governo di Emmanuel Macron all'estrema destra di Marine Le Pen, tutti d'accordo nel bocciare l'iniziativa di comunicazione, spingendo Strasburgo a fare marcia indietro e cancellare i suoi tweet promozionali.
A puntare il dito contro la campagna a nome dell'esecutivo di Parigi è stata la sottosegretaria di Stato per la Gioventù Sarah El Haïry, che ha definito "profondamente scioccante" l'immagine della donna divisa in due. "E' l'opposto dei valori difesi dalla Francia", ha affermato la portavoce del movimento centrista MoDem, chiedendo esplicitamente "un ritiro totale e la non diffusione di questa campagna né sul sito né sui social network".
Contro l'iniziativa di Strasburgo si è scatenata anche la reazione dell'estrema destra francese. "E' quando le donne si tolgono il velo che diventano libere, non il contrario", ha twittato la leader di Rassemblement National Marine Le Pen.
La polemica è giunta anche nella sala stampa della Commissione europea, visto che Bruxelles ha co-finanziato la campagna. Ma un portavoce Ue ha precisato che l'esecutivo comunitario non ne ha "convalidato" i contenuti, poiché il Consiglio d'Europa ha un ruolo indipendente.
Un vespaio di polemiche di fronte al quale, comunque, il Consiglio d'Europa ha finito per fare dietrofront. "I tweet sono stati cancellati - hanno spiegato da Strasburgo - e penseremo a una presentazione migliore del progetto".