"Oltre 20mila esemplari rischiano di diventare un pericolo". La proposta della Commissione europea deve essere approvata dal Consiglio Ue e poi esaminata dalla Convenzione di Berna
© agenzia
In Europa potrebbe tornare la caccia al lupo, se la proposta della Commissione europea di abbassare lo status di protezione (da "strettamente protetto" a "protetto") fosse approvata dal Consiglio Ue e accolta dalla Convenzione di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali. Per Bruxelles gli oltre ventimila esemplari sono un "ottimo risultato per la reintroduzione della specie, ma possono diventare un rischio per il bestiame e, quando si avvicinano alle case, a volte, anche per la popolazione" (ad agosto nella zona di Vasto (Chieti) un lupo ha aggredito tre persone).
© Tgcom24
Ciò vuol dire che in Europa i lupi potrebbero di nuovo essere cacciati legalmente. Una decisione che ha scatenato le reazioni degli ambientalisti. Il Wwf è assolutamente contrario alla proposta e invita gli Stati membri dell'Ue a respingerla con decisione, anche Legambiente parla di "proposta insensata".
Per il commissario all'Ambiente Virginijus Sinkeviius, invece, "la proposta di modificare lo status di protezione dei lupi riconosce la necessità di affrontare le sfide poste dall'aumento delle popolazioni di lupi. La Commissione continuerà a sostenere autorità nazionali e locali per promuovere la coesistenza con il lupo e i grandi carnivori in generale". Dello stesso avviso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che spiega come "il ritorno dei lupi sia una buona notizia per la biodiversità in Europa". "Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame - sottolinea -. Per gestire meglio le concentrazioni critiche di lupi, le autorità locali hanno chiesto maggiore flessibilità. Possiamo trovare soluzioni mirate, per proteggere sia la biodiversità che i nostri mezzi di sussistenza rurali". Von der Leyen, che appoggia la proposta promossa dal Ppe, è stata colpita in prima persona dalla problematica: un anno fa infatti un lupo si era introdotto nella sua tenuta in Germania uccidendo il suo pony Dolly.
Gli animalisti accusano la von der Leyen di essere troppo accondiscendente con la sua parte politica, il Ppe appunto, che da anni conduce una campagna per il declassamento dello status di specie protetta del lupo. La presidente della Commissione "sacrifica" la conservazione della specie "per il proprio tornaconto politico", è il giudizio del Wwf. Anche Birdlife Europa insiste sulle responsabilità dirette della numero uno della Commissione parlando di "ultimo regalo di Natale di von der Leyen al gruppo Ppe e alle lobby agricole". Gli avvocati ambientalisti di Client Earth definiscono la notizia "un triste presagio per la protezione della fauna selvatica in Europa".
L'Italia accoglie con favore la proposta. Secondo il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, l'intervento di von der Leyen, "è auspicabile e doveroso per garantire la sopravvivenza di altre specie messe a rischio dall'eccessiva proliferazione di questo animale". "Ora bisogna fermare le stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all'abbandono della montagna", si legge in una nota di Coldiretti.