© IPA
© IPA
La maggior parte dei decessi era ricoverata in terapia intensiva, mentre restano ancora sconosciute le cause del rogo
© IPA
© IPA
Prima l'esplosione e poi le fiamme che in pochi minuti hanno avvolto una struttura sanitaria da poco costruita fuori dall'ospedale di Tetovo e dedicata ai pazienti malati di Covid. E' quanto accaduto nella notte dell'8 settembre nella città a nordovest della Macedonia del Nord. A darne notizia sono stati i media locali che ad ora parlano di 14 morti. Nel momento della tragedia erano presenti 24 pazienti.
Le vittime sono principalmente pazienti ricoverati in terapia intensiva e quindi impossibilitati a mettersi in salvo dalle fiamme. Per la loro identificazione sarà necessario un test del Dna sui resti. A nulla è servito l'intervento di vigili del fuoco e forze dell'ordine.
Le cause del rogo sono ancora sconosciute mentre le autorità hanno disposto un'inchiesta urgente. La necessità di un nuovo centro per pazienti con Covid è stata dovuta dalla recente ripresa di contagi e decessi legati alla pandemia che si registra nel Paese da alcune settimane. Ma la fragilità del sistema sanitario nazionale ha più volte messo a disposizione dei cittadini strutture deboli e il più delle volte inadeguate.
La struttura era stata realizzata in breve tempo appositamente per ospitare altri 35 posti letti dedicati ai malati di Coronavirus. Le persone rimaste ferite sono state trasportate negli ospedali della capitale Skopje, poco distante da Tetovo. Sul posto si sono recati subito il premier macedone Zoran Zaev e il ministro della sanità Venko Filipce, impegnati in quel momento a festeggiare il 30esimo anniversario dell'indipendenza del Paese. Condoglianze sono arrivate anche dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli.