Quarantacinquemila spagnoli per la polizia, 200mila per gli organizzatori hanno risposto alla chiamata in Plaza Colon di PP, Ciudanos e Vox
Al grido di "Sanchez dimettiti", manifestazione di destra ed estrema destra spagnole a Madrid contro il governo. L'accusa al premier è di tradimento per aver aperto al dialogo con gli indipendentisti catalani. Alla chiamata del Partito popolare (PP), di Ciudadanos e di Vox hanno risposto 45mila persone, secondo la polizia, oltre 200mila per gli organizzatori. E Plaza Colon, nella capitale, si è colorata delle bandiere spagnole gialle e rosse.
La Spagna chiede nuove elezioni#Madrid pic.twitter.com/iLMQhXlai5
— Alessandro 7 (@AlessandroCere7) 10 febbraio 2019
La piazza gialla e rossa Lo slogan della protesta era: "Per una Spagna Unita. Elezioni ora". Il tutto a due giorni dall'inizio, proprio a Madrid, del processo a carico dei leader indipendentisti per il loro ruolo nel fallito tentativo di indipendenza della Catalogna del 2017.
PP, Ciudadanos e Vox insieme hanno dato vita recentemente alla svolta a destra dell'Andalusia e, secondo i sondaggi, sarebbero in grado di formare una maggioranza a livello nazionale. Con loro a protestare c'erano anche altre formazioni di estrema destra come Falange ed España 2000, nonché collettivi ultrà come Hogar Social Madrid.
La galassia di destra è adirata per la decisione di Sanchez di assumere un tono maggiormente conciliatorio con i partiti catalani pro-indipendenza, i cui voti sono per lui cruciali per riuscire a far avanzare l'agenda politica del suo governo di minoranza. La destra accusa il leader socialista di cedere a un "ricatto", mentre Sanchez accusa a sua volta la destra di rappresentare una "Spagna in bianco e nero che propone soltanto di fare marcia indietro".
Sanchez non può mettere in discussione la sovranità Nazionale.
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Dimissioni subito.#Madrid pic.twitter.com/a4gAXHJkdy
La replica di Sanchez: "Lavoro per l'unità" "Il governo spagnolo lavora per l'unità della Spagna", ha replicato Sanchez alla piazza. "Ciò che faccio, in quanto capo del governo, - ha spiegato, - rispettando sempre la Costituzione, è coreggere una crisi di Stato che il PP ha contribuito ad aggravare quando è stato al potere per sette anni", dal 2011 al 2018.
La protesta è stata convocata dopo che il governo di Sanchez ha accettato, come richiesto dai separatisti catalani, la presenza di un 'relatore' o 'intermediatore' indipendente in futuri colloqui; una resa secondo la destra spagnola. Nonostante la concessione dell'esecutivo, però, i partiti indipendentisti si sono rifiutati di sostenere la legge di bilancio 2019 e venerdì entrambe le parti hanno annullato i colloqui, con accuse reciproche di responsabilità per la fine del dialogo.
Per Sanchez la posta in gioco è alta: se non dovesse riuscire ad approvare il suo bilancio, potrebbe dover indire elezioni anticipate. In Spagna le elezioni generali attualmente sono in programma per il 2020, mentre a maggio del 2019 si voterà per elezioni municipali, regionali ed europee.