Dopo averlo sentito il giudice ha convalidato il fermo di Daniele Bosio, di Taranto. Nella vicenda sarebbero coinvolti tre bambini
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Il giudice ha confermato l'arresto per il diplomatico italiano fermato a Manila con l'accusa di aver violato la legge sulla tutela dei minori. Si è appreso che l'uomo, fermato in seguito a una denuncia, è Daniele Bosio, ambasciatore per l'Italia in Turkmenistan. Il 46enne di Taranto è stato sentito dal magistrato mentre era trattenuto in una stazione di polizia a sud della capitale delle Filippine.
Secondo la polizia, il diplomatico sarebbe stato trovato nella notte tra venerdì e sabato con alcuni bambini in un appartamento. Per l'ong filippina Bahay Tuluyan, che lavora in coordinamento con la Onlus internazionale Ecpat (End Child Prostitution, Pornography and Trafficking) e presso la quale i minori coinvolti sono stati portati nella notte, non si tratterebbe di un appartamento ma della stanza del resort in cui il diplomatico alloggiava. Infine c'è una terza versione: l'ambasciatore Bosio si sarebbe trovato in compagnia di bambini in un parco giochi.
Quanto all'accusa, non è ancora emerso quale sia il reato specifico per il quale il diplomatico è stato fermato. L'arresto è avvenuto sulla base della legge 7610 del 1992. Un insieme di norme, in un paese in cui il turismo sessuale e lo sfruttamento dei minori sono piaghe molto diffuse, volto a "fornire una maggiore deterrenza e una protezione speciale contro pedofilia, sfruttamento e discriminazione", come si legge nel titolo introduttivo. Nei tredici articoli del provvedimento sono disciplinati i vari casi di abuso: si va dalla pedofilia al traffico di bambini allo sfruttamento del lavoro minorile, al possesso di immagini pedopornografiche. La massima pena prevista dalla legge è l'ergastolo.
Nelle ore successive al suo arresto, l'ambasciatore Bosio è stato descritto "turbato" perché "in assoluta buona fede". D'altra parte chi lo conosce racconta di una persona molto vicina ai bambini, spesso coinvolto nell'organizzazione di feste alle quali partecipava travestendosi da clown e confezionando palloncini. Sembra, inoltre, che proprio a Manila il diplomatico avesse contribuito al finanziamento per la costruzione di una scuola.