Il racconto a "Quarta Repubblica": "Sono viva per miracolo"
Nella testa c'è il rumore delle bombe. È il racconto di una donna di Mariupol, la città a sud dell'Ucraina devastata dai bombardamenti della guerra e dove sono rimaste più di 100mila persone. "Ancora non riesco a dormire a causa delle scene che ho visto durante la guerra. Siamo tornati nel Medioevo, senza acqua luce e gas. Fino a quando ci sono state le candele abbiamo utilizzato quelle, poi c'è stato il buio", spiega la donna ai microfoni di "Quarta Repubblica" dopo aver lasciato la città ed essersi messa in salvo lo scorso 16 marzo.
"Il mio appartamento era al centro della città, insieme ad alcuni amici che sono venuti a rifugiarsi a casa mia passavamo le giornate nel corridoio, l'unico luogo "protetto" da tre muri quindi più sicuro durante i bombardamenti", racconta a Rete 4.
Sei persone in nove metri quadrati insieme a un bambino di un anno da sfamare, la donna racconta la quotidianità in quel periodo e poi spiega che quando l'acqua è finita la gente di Mariupol ha iniziato a utilizzare quella del fiume che attraversa la città: "La facevamo bollire prima di berla. Tutto all'esterno mentre fuori c'erano meno dieci gradi". Dopo un mese, però, con l’intensificarsi dei bombardamenti la donna, insieme ai suoi amici, ha deciso di scappare: "Siamo vivi per miracolo, il mio appartamento è stato bombardato poco dopo".