Leader dei Paesi Bassi per 14 anni, il capo dei cosiddetti "Paesi frugali" è da sempre favorevole all'austerità fiscale. Nel 2017 in campagna elettorale affermava che “non sarebbe rimasto nemmeno un centesimo per la Grecia".
© ansa
Mark Rutte, nato nel 1967 e originario dell'Aia, città sede dei poteri maggiori dei Paesi Bassi, è leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) di orientamento conservatore. E' stato primo ministro dei Paesi Bassi dal 2010 fino a giugno 2024, per quattro mandati consecutivi.
Nell'Unione Europea, Mark Rutte è il più longevo capo di governo dopo Angela Merkel. Dalla crisi dei debiti sovrani a quella del coronavirus, la sua politica si caratterizza per una forte austerità fiscale per i conti pubblici, del suo Paese ma anche degli altri Stati membri, soprattutto quelli mediterranei come l'Italia. La sua intransigenza lo porta a guadagnarsi il soprannome di leader del gruppo dei frugali. Celebre la sua dichiarazione nella campagna elettorale del 2017, in cui affermava che “non sarebbe rimasto nemmeno un centesimo per la Grecia".
Rutte è anche il fautore della Nuova Lega Anseatica, il soggetto politico composto da otto Paesi del Nord Europa, alleati per una visione comune sul mercato europeo e sul rigore per i conti pubblici.
Prima di entrare in politica, Rutte studia storia e pianoforte al conservatorio, combinando i suoi interessi con la partecipazione all'Organizzazione Giovanile per la Libertà e la Democrazia, l'organizzazione giovanile del VVD, e di cui fu presidente tra il 1988 e il 1991. La sua carriera politica prende slancio dieci anni più tardi, quando nel 2002 viene eletto segretario di Stato (l’equivalente di ministro) per gli Affari Sociali e l'Occupazione nel primo governo di Jan Peter Balkenende. Dal 2004 al 2006, ottiene invece il ruolo di ministro per l'Educazione, con il principale obiettivo di rendere il sistema scolastico olandese più competitivo a livello globale.
Dopo aver acquisito notorietà all'interno del VVD, Rutte assume la leadership del partito nel 2006. Il suo primo obiettivo è quello di "rendere il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia un partito per tutti, e non solo un partito di élite, in cui i pochi felici potevano identificarsi”. Un cambiamento che porta il partito ad emergere nel 2010 come la principale forza politica. Rutte viene così nominato Primo Ministro, diventando il primo premier liberale dopo Pieter Cort van der Linden che ricoprì la carica dal 1913 al 1918.
Il terzo governo di Mark Rutte rassegna le dimissioni il 15 gennaio 2021, travolto dalle polemiche relative allo "scandalo dei bonus figli". Il caso, sottoposto a un acceso rapporto parlamentare, solleva critiche feroci contro l'amministrazione Rutte per la gestione degli aiuti sociali, evidenziando come i servizi statali avessero ritirato indebitamente i benefici a circa 26.000 famiglie aventi diritto, profilando etnicamente i beneficiari.
Nonostante lo scandalo, alle successive elezioni nel 2022, il VVD ottiene la vittoria e, dopo 271 giorni di intensi negoziati, Rutte dà vita al suo quarto e ultimo esecutivo, un quadripartito a trazione centrista e liberale. Il 7 luglio 2023, il governo cade per “divergenze insormontabili nella colazione”, per l’approvazione di alcune misure in materia di migrazione e asilo. Rassegnate le dimissioni al re, Rutte mantiene il suo ruolo per il disbrigo degli affari correnti, fino all’insediamento del nuovo governo nel luglio 2024.
Nel novembre 2023, Rutte si candida al ruolo di Segretario Generale Nato, col sostegno di Regno Unito, Germania, Francia e Stati Uniti, di cui ha dimostrato essere un fedele alleato, per le ottime relazioni con Biden, ma anche Trump, al punto da essere definito il Trump whisperer.
Dopo aver affrontato l'opposizione dei Paesi dell'Europa orientale, in particolare Turchia, Ungheria, Slovenia e Romania, il 20 giugno 2024 viene ufficialmente eletto segretario, succedendo al norvegese Jens Stoltenberg.