"NON SIAMO TERRORISTI

Marò, il ministro Bonino annuncia: "Abbiamo parecchi assi nella manica"

Sull'ipotesi di uso del Sua Act, ribadisce: "Inaccettabile, i nostri marò non sono terroristi". Nel caso di un rinvio "scatterà la nostra reazione"

09 Feb 2014 - 19:09
 © ansa

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"Se si venissero a confermare queste indiscrezioni, si creerebbe una situazione inaccettabile perché i nostri marò non sono terroristi, né è terrorista lo Stato italiano". Così il ministro degli Esteri, Emma Bonino, commenta l'ipotesi di applicazione della legge antiterrorismo in India nel processo ai due fucilieri della Marina. "Questo - ha aggiunto - per noi è inaccettabile".

Parlando ai microfoni della Rai, il ministro ha annunciato: "Abbiamo parecchi assi nella manica, che saranno valutati con calma, gradualità e determinazione". "Tutte le opzioni saranno messe sul tappeto, facendo leva sulle alleanze e sulla solidarietà europea e internazionale, che abbiamo costruito in questi mesi e che non era affatto scontata perché l'India è un grande Paese con legami e solidi con tantissimi Paesi".

Il fatto che dopo due anni non ci sia ancora un capo di accusa, ha sottolineato il ministro, "è sconcertante". E se domani il giudice della Corte suprema dovesse decidere "un altro rinvio, dovrà essere breve in ogni caso. E da questo punto di vista tutta la macchina di reazione si metterà in moto".

"Il caso non sia politicizzato" - Rispondendo alla domanda se i fucilieri siano diventati ostaggio della campagna elettorale, la Bonino ha detto: "Politicizzare i casi è una tentazione che hanno in molti, certamente è vero che l'India è in campagna elettorale e queste sono ricostruzioni anche plausibili. Ma il punto è un altro, il punto è lo stato di diritto e la legge. Comunque siano le cose, le elezioni da noi o da loro, ciò non deve essere fatto pagare sulle spalle dei marò".

Il ministro della Difesa in India -
Il ministro della Difesa, Mario Mauro, è in partenza per Nuova Delhi. Secondo fonti governative, Mauro avrebbe manifestato l'intenzione di essere al fianco dei "suoi uomini", Latorre e Girone, nel giorno dell'udienza della Corte Suprema nella quale dovrebbero essere formulate le accuse ai due fucilieri.

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