Dopo che centinaia di persone provenienti dall'Africa Occidentale hanno tentato di accedere all’exclave spagnola, Algeri accusa Rabat di "carneficina". Ma il presidente del Consiglio europeo Michel è al fianco di Madrid che parla di "mafie"
Sono almeno 23 i migranti morti alla frontiera tra Marocco e Spagna nel tentativo di oltrepassare le barriere dell'exclave iberica di Melilla. Venerdì centinaia di persone provenienti dall'Africa Occidentale hanno provato a superare le recinzioni che dividono i due territori, scontrandosi con le forze di sicurezza marocchine. Circa 130 migranti sono riusciti a varcare il confine, mentre altri sono rimasti uccisi nella calca. Mentre l'Algeria chiede un'indagine sulla "carneficina di Melilla" incolpando il Marocco, l'Ue pone l'attenzione sul diritto della Spagna a proteggere i propri confini.
Le richieste dell'Algeria - L'inviato speciale del ministero degli Esteri algerino per il Maghreb e il Sahara occidentale, Ammar Bellani, ha condannato fortemente la strage di migranti a Melilla, che definisce "una carneficina" di cui è il Marocco è responsabile. Bellani ha chiesto di far luce su quanto accaduto: "Gli organismi internazionali e in particolare l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati devono condurre indagini indipendenti e trasparenti per determinare le responsabilità e fare luce su questi tragici eventi". Per il funzionario algerino, "le immagini di questa carneficina sono estremamente scioccanti" e "forniscono informazioni sull'estrema brutalità e sull'uso sproporzionato della forza che sono simili, date le circostanze, a vere e proprie esecuzioni sommarie".
L'Ue al fianco della Spagna - Durante la conferenza stampa a margine del G7, in corso al castello di Elmau in Baviera, l'Ue - tramite il presidente del Consiglio europeo Charles Michel - dà totale sostegno alla Spagna per la protezione dei propri confini. "Tutti noi sappiamo che quella della migrazione è una questione difficile", ha aggiunto. Il premier spagnolo Pedro Sánchez sostiene che a Melilla sia andato in scena "un assalto violento e organizzato", un vero e proprio "attacco all’integrità territoriale" del Paese, dietro al quale ci sono "mafie che trafficano con esseri umani". La posizione è condivisa anche da Rni, il partito del capo del governo marocchino Aziz Ajanuch.