Giustizia e sviluppo (PJd) si conferma al comando, ma dovrà formare un governo di coalizione. Osservatori: "Nessun broglio"
Giustizia e sviluppo (Pjd), il partito islamista al governo, vede confermata la vittoria alle elezioni amministrative del Marocco di venerdì 7 ottobre. Su 395 seggi alla Camera dei Rappresentanti il Pjd ne ha ottenuti 125. A comunicarlo è il ministro dell'Interno, a scrutinio completo. Il suo principale rivale, il Partito dell'autenticità e della modernità (Pam) ne ha invece ottenuti 102. Ad ogni modo, nessun partito ha conquistato la maggioranza, per cui il Pjd sarà probabilmente costretto a formare un governo di coalizione.
Il Partito dell'autenticità e della modernità aveva condotto una campagna contro il processo di islamizzazione della società marocchina. Gli altri due partiti, Istiqlal - tra le cui file si era candidato Abdelwaheb Rafiqi, alias Abou Hafs, il religioso che aveva benedetto l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 - e Rai, si sono tenuti a grande distanza dagli altri due.
Il tasso di partecipazione, inferiore di due punti rispetto all'ultima tornata elettorale del 2011, si è attestato al 43%. Questo significa che solo 6,7 milioni di votanti si sono recati alle urne rispetto al 15,7 aventi diritto.
Alla chiusura dei seggi, il Pjd aveva denunciato dei tentativi di brogli per favorire i rivali del Partito per la modernità. Ma anche in campagna elettorale non erano mancate voci su presunte compravendite di voti. Si parlava, in particolare, di uno scambio montoni-voti, per l'annuale Festa del sacrificio. Ma la squadra di 15 osservatori del Consiglio europeo che ha monitorato lo scrutinio fuga ogni dubbio: "Le elezioni legislative in Marocco si sono svolte in maniera totalmente trasparente e non è stato rilevato alcun broglio". I delegati hanno lodato la "professionalità" del ministero degli Interni nell'organizzazione del voto.