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Il capitano a bordo dello "Scheherazade" si è rifiutato di rivelare l'identità dell'armatore citando un "accordo di non divulgazione"
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Dal porto di Marina di Carrara (Massa Carrara) è possibile ammirare lo Scheherazade, un'imbarcazione lunga 140 metri del valore di 700 milioni di dollari, ma nessuno sa a chi appartenga. Un mistero che ha incuriosito prima i turisti e poi i giornalisti del New York Times, i quali hanno addirittura ipotizzato che il mega yacht potesse appartenere al presidente russo Putin. Un dubbio chiarito da The Italian Sea Group, operatore globale della nautica di lusso con sede a Marina di Carrara, secondo cui il natante "non è riconducibile alla proprietà del presidente russo". Chi sia il proprietario, però, non è stato ancora comunicato.
Accertamenti in corso - La guardia di finanza sta indagando per capire chi sia il proprietario e se il suo nome sia inserito nella black list Ue che prevede il congelamento dei beni agli oligarchi russi. Lo Scheherazade non è "arrivato" in porto a Marina di Carrara recentemente ma, secondo fonti sindacali, è uscito dai Nuovi Cantieri Apuani (Nca) dove si trovava da più di un anno, per effettuare alcune attività di refitting schermate con imponenti teli bianchi per proteggere da occhi indiscreti le attività sulle scafo e per gli arredi. Riguardo agli accertamenti in corso da parte delle fiamme gialle, non saranno eseguiti accessi a bordo: si procederà attraverso l'analisi di banche dati e visure.
Il giallo - I dubbi sulla provenienza dello Scheherazade sono nati proprio da questa "misteriosa" copertura dello scafo magari appositamente realizzata per mascherare il nome dello yacht e quindi del suo proprietario. Un'operazione, quella del refitting schermato in mare, che invece i cantieri praticano frequentemente, soprattutto quando si ha a che fare con imbarcazioni di quel valore e quando si deve proteggere l’identità e la riservatezza di un cliente che affida uno yacht da 700 milioni di dollari.
La ricostruzione - Secondo quanto riporta il quotidiano statunitense, in un colloquio telefonico avuto con il capitano del mega yacht, il britannico Guy Bennett-Pearce, quest'ultimo si è limitato a smentire che lo Scheherazade sia di Putin o che il leader russo vi abbia mai messo piede. Il capitano non ha escluso che il proprietario sia russo, ma ha sostenuto che non figura in alcuna lista di persone colpite dalle sanzioni occidentali. Bennett-Pearce si è rifiutato di dire altro sull’identità dell'armatore, citando un "accordo di non divulgazione".
Altre presunte fughe - Intanto, un mega yacht da 140 metri del valore di 500 milioni di euro, il My Solaris di Roman Abramovich, secondo l'app Marine Traffic, è salpato da Barcellona e attualmente sta viaggiando a una velocità di 14,6 nodi a nord delle isole Baleari: da giorni i media ipotizzavano una sua fuga per mettere l'imbarcazione al sicuro da eventuali provvedimenti contro i patrimoni degli oligarchi russi in Europa.