Il premier è intervenuto al Raisina Dialogue al Raisina Dialogue a Nuova Delhi, alla presenza del primo ministro Modi, dei ministri degli Esteri del G20, delle organizzazioni internazionali e dei Paesi ospiti
"La guerra in Ucraina è un conflitto in Europa, ma la posta in gioco è mondiale". Lo ha detto il premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Raisina Dialogue a Nuova Delhi. "L'attacco della Russia è un atto contro l'integrità territoriale di una nazione sovrana, in violazione dei principi dell'ordine mondiale che consentono alla comunità internazionale di prosperare", ha ricordato il premier in visita in India. "Non possiamo consentire che la legge del più forte prevalga: deve essere la forza della legge a prevalere", ha aggiunto.
"So - ha sottolineato Meloni - che molti pensano che l'Europa, in passato, non abbia riconosciuto che i problemi del mondo sono anche i suoi. E forse, fino agli ultimi anni, la nostra posizione geopolitica è stata meno esplicita di quanto avrebbe potuto essere. Non è più così e iniziative come la strategia dell'Ue per l'Indo-Pacifico dimostrano che le nostre opinioni si sono, in effetti, ampliate. Gli affari regionali si trasformano rapidamente in affari globali nel mondo interconnesso di oggi. E purtroppo il problema dell'Europa oggi è diventato il problema del mondo". "Niente - ha aggiunto ancora la premier - è più certo dell'incertezza dei nostri tempi storici: questa è sicuramente l'era dell'incertezza, e allo stesso tempo un periodo di turbolenza senza precedenti. Siamo in una tempesta e dobbiamo tenere testa alle nostre sfide comuni. Abbiamo bisogno di stare sulla collina, fare un respiro profondo e vedere le nostre terre e mari e i loro problemi in modo più illuminato: abbiamo bisogno di un faro nella tempesta. Ecco perché opportunità come il Dialogo Raisina sono così preziose in tempi di eventi accelerati e confusi, che rischiano di essere governati solo con pensieri superficiali e azioni affrettate".
"Qui non sono solo in ballo gli interessi europei ma i valori del resto del mondo: non possiamo stare fermi davanti alla provocazione al cuore della Carta dell'Onu. Non possiamo sottostare alla legge del più forte", ha continuato Meloni.
"Gli avvenimenti del 24 febbraio ci hanno portato indietro al 20esimo secolo: la settimana scorsa ero a Kiev e ho visto con i miei occhi la dura realtà sul campo, ho visto la forza dello spirito nazionale ucraino tra la distruzione. La guerra è una guerra in Europa, distante da altre parti del mondo che stanno affrontando in molti casi le proprie sofferenze ma questo non deve mandare in ombra l'importanza di questo conflitto che contro l'unità territoriale di una nazione sovrana in violazione dei principi fondamentali dell'ordine mondiale che consente alla comunità internazionale di prosperare", ha detto ancora Meloni a proposito della guerra in Ucraina, evidenziando: "Non possiamo consentire che i fondamenti del diritto internazionale siano minacciati".
"L'Italia è profondamente europea, le nostre radici sono europee, poi l'ambiente naturale in cui si sono mosse le rotte classiche ebraiche e cristiane sono nel Mediterraneo. Come l'India, l'Italia ha il fattore peninsulare: da secoli le nostre rotte marittime hanno guardato al Mediterraneo con cui costruiamo relazioni vantaggiose", ha detto Meloni.
"La pandemia ha scosso la mobilità mondiale mettendo in difficoltà la globalizzazione come la conoscevamo: si diceva che il libero scambio avrebbe risolto
tutto ma non è stato cosi'. L'aggressione russa ha colpito i prezzi energetici mondiali, facendo impennare l'inflazione, mettendo a rischio i più vulnerabili e la sicurezza mondiale", ha affermato il presidente del Consiglio.
"Nei primi mesi del mio mandato ho dato priorità a sviluppare partnership paritarie sull'energia: l'Italia lavora per essere il ponte tra Mediterraneo, Africa ed Europa". Così il premier sottolineando che "i Paesi produttori dovrebbero trovare vantaggi dalle loro risorse".
"La transizione energetica è un elemento chiave per la lotta al cambiamento climatico, cui tutti dobbiamo contribuire, con differenti compiti e responsabilità, tenendo presenti le responsabilità verso le generazioni future e oggi verso i nostri cittadini. In modo equilibrato, ciascun paese deve svolgere il suo ruolo. Se non lo faremo ci sarà un impatto diretto sul mondo, con carestie, siccità, eventi meteorologici estremi e altri disastri. Ma anche un impatto indiretto, con nuovi conflitti e dispute sulle scarse risorse", ha detto ancora Meloni. In particolare, la crisi energetica ha mostrato "il bisogno di accelerare la transizione energetica". "La nostra capacità di lavorare insieme sulle energie rinnovabili, l'idrogeno verde, la circolarità determinerà il nostro successo. E questo richiede un ordine internazionale che funzioni".