Anche il presidente francese Macron ha espresso soddisfazione dopo il colloquio con il presidente del Consiglio italiano. E sulla Tunisia: "C'è la volontà di agire insieme"
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Giorgia Meloni è estremamente soddisfatta per i risultati raggiunti in Consiglio europeo. Lo ha affermato lo stesso premier a margine del vertice a Bruxelles, spiegando che sui migranti "c'è stato un cambio di passo". Anche il presidente francese Macron ha espresso soddisfazione dopo il colloquio avuto con il presidente del Consiglio italiano. "Con la Meloni abbiamo avuto una discussione molto buona che ci ha permesso di chiarire molti argomenti e di definire le questione sulle quali possiamo agire insieme", ha sottolineato.
Con il premier italiano "abbiamo chiarito molte cose sulle quali possiamo agire insieme", ha fatto sapere il capo dell'Eliseo.
Nel colloquio con Giorgia Meloni "ci siamo soffermati sulla situazione della Tunisia, che è molto preoccupante per la tensione politica e la crisi economica che sta vivendo", ha dichiarato Macron. Dalla Tunisia "cresce una pressione migratoria verso l'Italia e l'Unione Europea. C'è la volontà di agire insieme, sia per aiutare la Tunisia a ritrovare la stabilità politica sia per fermare i flussi migratori, attraverso la cooperazione e il dialogo con il presidente tunisino".
Con Parigi "mi pare che ci sia la voglia di collaborare su materie di importanza strategica per Italia e Francia, penso alla questione migratoria sulla quale trovo una grande disponibilità ad affrontarla in maniera strutturale da parte del presidente Macron", ha detto Giorgia Meloni. "Anche in materie industriali e cose sulle quali gli interessi di Francia e Italia possano collimare. Mi pare ci fosse un clima molto produttivo e favorevole, e questo credo che possa essere utile per affrontare sfide comuni. Sono soddisfatta di questo bilaterale così come di altri".
In merito alla posizione della Francia sul nucleare, il presidente del Consiglio ha detto di condividere "la posizione della neutralità tecnologica. Quindi sì, penso che oltre le tecnologie che possono garantire gli obiettivi che l'Ue si è data, debbano essere riconosciute" anche altre "tecnologie che rispettano determinati target, a prescindere se il nucleare sia usato o no in una nazione".