Il premier cercherà di convincere il tycoon della bontà delle offerte europee, a cominciare dall'azzeramento dei dazi sui prodotti industriali, auto comprese
Il premier Meloni, arrivato a Washington, incontrerà Trump. Dopo il pranzo alle 12:05 (le 18:05 in Italia) nel Cabinet Room tra i due leader (chiuso alla stampa), un'ora è previsto un bilaterale nello Studio Ovale (con i reporter della Casa Bianca e i giornalisti italiani). Non è prevista una conferenza stampa congiunta al termine. I due leader discuteranno della questione dazi. Al tavolo con Trump Meloni, infatti, cercherà di convincere il tycoon della bontà delle offerte europee, a cominciare dall'azzeramento dei dazi sui prodotti industriali, auto comprese. In cambio c'è la promessa di più acquisti di armi e componenti americane, ma anche di più GNL targato Usa dopo l'abbandono del gas russo.
Alla vigilia del viaggio negli Usa c'è stato un nuovo colloquio telefonico tra il premier e la presidente Ue von der Leyen. Sui dazi Giorgia Meloni non potrà parlare a nome dell'Ue, anche se potrà rilanciare la posizione già espressa dalla Commissione, che ha competenza esclusiva in materia, e in qualche modo porsi come una mediatrice visto il favore di cui gode presso il presidente Usa. Il presidente del Consiglio è stata in costante contatto con Ursula von der Leyen, con la quale ha avuto anche una chiamata martedì sera. "La competenza negoziale spetta alla Commissione ma qualsiasi contatto con l'amministrazione statunitense è ben accetto", ha precisato una portavoce dell'Esecutivo Ue.
Giorgia Meloni sarà il primo leader europeo a incontrare il presidente Usa dopo l'inizio della guerra dei dazi a inizio aprile. Probabile la richiesta a Trump di incontrare Ursula von der Leyen. Un eventuale summit con il presidente della Commissione europea, vista la rigidità di Washington, potrebbe non portare che benefici nei rapporti tra gli Usa e l'Europa.
Le trattative sono in salita e il rischio di un nulla di fatto è concreto, ma c'è ancora tempo per trattare. Il premier porterà alla Casa Bianca anche altri temi, più prettamente italiani, come la spinta al "buy American" o l'internazionalizzazione della produzione di aziende italiane negli Usa, o la promessa a spendere di più nella difesa, oltre al raggiungimento dell'obiettivo del 2% ormai alla portata di mano. Difficile seguire gli Usa sulla proposta di arrivare al 5% al vertice Nato di fine giugno, puntando probabilmente a chiudere al 3%, un obiettivo comunque ambizioso.