Secondo il cronista tedesco Eberhard Jurgalski l'alpinista e Hans Kammerlander nel 1985 avrebbero mancato la vetta dell'Annapurna. L'altoatesino: "Sciocchezze, le montagne cambiano"
Reinhold Messner non sarà più inserito nel libro dei Guinness del 2024 come il primo alpinista ad aver scalato tutti le 14 vette da Ottomila senza ossigeno. A togliere la corona al Re degli ottomila sarebbe la deduzione del cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski, secondo il quale, da un confronto fotografico, Messner e Hans Kammerlander nel 1985 avrebbero mancato la vetta dell'Annapurna. La replica dell'alpinista non si è fatta attendere: "Tutte sciocchezze, il mio alpinismo non conosce record".
Le nuove linee guida - Dunque, il motivo è che, secondo le nuove linee del Guinness (alle quali ha collaborato lo stesso Jugalski) il punto più alto di una montagna deve essere raggiunto, a piedi e in modo verificabile. Tuttavia, un confronto fotografico effettuato dal cronista di montagna Eberhard Jugalski ha rivelato che Reinhold Messner e Hans Kammerlander non erano in piedi sulla cima quando scalarono l'Annapurna nel 1985. Secondo Jugalski, tornarono indietro 65 metri prima del traguardo perché pensavano di aver già raggiunto la vetta. In base a ciò, Messner ha scalato solo 13 dei 14 Ottomila finora riconosciuti.
La replica stizzita di Messner - "Sciocchezze - ha riferito l'alpinista altoatesino all'Ansa - In primis non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull'Annapurna di certo siamo stati io e Hans. E a corredo delle sue dichiarazione un bel post, con tanto di foto sul suo profilo Facebook: "Non la vetta ma la strada è la meta. Il mio alpinismo non conosce record".
Una convinzione già nota - Lo scorso anno, infatti, il giornalista aveva già esternato le sue perplessità, alle quali Messner aveva puntualmente replicato: “Quel giorno - aveva dichiarato - ho scalato una parete di 4000 metri e sono uscito sulla cresta della vetta, perché è lì che si giunge in cima. C’è poi da aggiungere che: in 50 anni le cose cambiano. Le vette di queste montagne sono costituite perlopiù da neve e ghiaccio, che hanno subito delle modifiche. Lassù non c’è nessuna croce o segnale del punto esatto, pertanto, dire che la vetta è cinque o dieci metri più a lato è ridicolo”.