Il Commissario europeo per le migrazioni: "Pronto a collaborare con il ministro Salvini, ma sbarrare i porti va contro la Convenzione di Ginevra"
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La sfida dei flussi migratori e la cooperazione indispensabile tra i paesi europei e l’intenzione di incontrare Matteo Salvini per un confronto. È questo il cuore dell’intervista realizzata dal corrispondente di News Mediaset, Leonardo Panetta, a Dīmītrīs Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza.
Considerata la recente situazione in Europa, crede che si possa ancora trovare una posizione comune tra Paesi per fronteggiare l'immigrazione?
Fin dall'inizio della crisi dei migranti abbiamo cercato di avere un approccio comprensivo e solidale per trovare una soluzione. Durante gli ultimi tre anni abbiamo fatto tanto e ora siamo meno preoccupati perché i numeri sono scesi e i flussi si son ridotti. I Paesi in prima linea, come l'Italia e la Grecia, sono stati supportati per affrontare questo tema, anche se molto ancora resta da fare. Credo però che ormai la crisi dei migranti sia diventata una crisi politica dentro l'Europa e dentro gli stati membri.
Cosa ne pensa della posizione di Salvini sull'immigrazione?
Non ho ancora incontrato Salvini, ma voglio farlo. Voglio cooperare con lui. Ci vedremo la settimana prossima al meeting degli affari interni a Innsbruck, ma sarebbe bello incontrarsi anche prima. Vorrei conoscere di più quali sono le sue idee e i suoi pensieri. Tutti i politici, in Italia come in Grecia, sono patriottici lo capisco. Anche io amo il mio paese, ma noi abbiamo un compito che è quello di tenere in piedi il progetto europeo, salvarlo. Tutti questi problemi, tutti questi temi stanno valicando i confini e dobbiamo trovare una soluzione comune. Ho già visitato molte volte l'Italia. In passato abbiamo collaborato tanto anche con i Ministri degli interni dei precedenti governi e intendo farlo ancora con il nuovo.
Chiudere i porti italiani, non consentire alle barche di approdare, crede che sia una risposta ai problemi?
La domanda non è questa, ma un'altra. Cosa fa l'Italia se arriva una nuova ondata di migranti sulle sue coste? L'Italia osserva la convenzione di Ginevra che è stata firmata nel 1951 dopo la seconda da guerra mondiale. Molti europei allora erano rifugiati. Non possiamo ignorare la storia quando dobbiamo prendere decisioni sul futuro. Ma non c'è solo la convenzione di Ginevra a cui i paesi sono legati, c'è anche la legislazione europea.
Non è preoccupato della possibilità che la Germania e l'Austria chiudano le frontiere?
Ribadisco l'importanza di cooperazione tra tutti gli stati, altrimenti la chiusura delle frontiere avrà un effetto domino sull'Europa. La Germania chiude le frontiere con l'Austria, l'Austria con l'Italia. E se cominciamo a chiudere le frontiere facciamo tornare indietro l'Europa al suo passato. La seconda guerra mondiale è iniziata proprio per un problema di confini e le nuove generazioni non devono dare nulla per scontato.