Scontro tra il premier e il suo vice sulla vicenda delle navi Sea-Eye e Sea Watch. Il ministro dell'Interno ribadisce la linea dura: "Niente sbarchi". Il presidente del Consiglio replica: "Allora li porterò in aereo"
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Arrivata al diciottesimo giorno, l'odissea dei 49 migranti bloccati a bordo delle navi delle Ong Sea Watch e Sea Eye fa deflagrare lo scontro nel governo. "Accogliamo donne e bambini, c'è un limite ad ogni politica del rigore", dice il premier Giuseppe Conte in tv. "Nessuno arriverà mai con il mio consenso", replica dieci minuti dopo Matteo Salvini in diretta su Facebook minacciando in maniera neanche troppo velata conseguenze serie per il governo.
E' stato dunque Conte a fare la prima mossa. Ma prima il presidente del Consiglio ha tentato di limitare i danni, schierandosi sulle posizioni già espresse da Salvini. "L'Italia - ha detto infatti - ha assunto una posizione di rigore, forte, una svolta rispetto al passato. Ma nella gestione dei flussi occorre un approccio strutturato" che non c'è. Dunque "la delusione verso l'Europa è forte".
Poi però è arrivata la svolta. "Questo è un caso eccezionale, con donne e bambini da oltre due settimane in mare. Non volendo tradire la linea di coerenza del governo, penso che il sistema Italia possa sopportare poche donne e pochi bambini. Ed è contrario a qualsiasi principio separare padri e figli. Salvini esprime una linea condivisa dal governo ma se marchiamo nel segno dell'eccezionalità un intervento di questo tipo, la linea del governo non può essere tacciata di incoerenza".
Insomma, aggiunge il premier per essere più chiaro, "se non li faremo sbarcare li prenderò con l'aereo" perché "alla politica del rigore c'è un limite". Parole non pronunciate a caso e che ben interpretano il pensiero del Colle, rimasto in questa fase silenzioso ma che in una vicenda analoga come quella di agosto che vide protagonista la nave Diciotti, si spese per una moral suasion.
Salvini ci mette meno di dieci minuti a replicare, convocando i suo follower su Facebook. E le parole del vicepremier non sono certo rassicuranti per il governo. "Non cambio e non cambierò mai idea, un cedimento significherebbe riaprire le porte al traffico di esseri umani".
Dunque "non ci saranno ulteriori strappi alle regole, né per uno né per cento": nessuno sbarcherà e nessuno arriverà "mai con il consenso mio e della Lega". E se Palazzo Chigi forzasse la mano? "Se lo faranno altri se ne assumeranno la responsabilità politica", tuona Salvini che ne ha anche per l'altro vicepremier Luigi Di Maio: "Ogni ministro si occupi delle sue competenze, altrimenti...".
"Conte ha dichiarato 'se Salvini non fa sbarcare gli immigrati, li vado a prendere io in aereo e li porto in Itali'". Mah..... Finché non si bloccano gli scafisti e chi li aiuta, continueranno a partire e morire migliaia di persone. In Italia si arriva con il permesso, io non cambio idea", scrive Salvini su Facebook allegando un foglio con la scritta: "Stop scafisti, io non mollo", sottolineando al parola io.
Sulla questione interviene poi anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. "Quello che conta - afferma in un'intervista a Cartabianca - è che sbarchino a Malta perché la legge dice che devono sbarcare nel porto piu' vicino. Prenderemo la nostra parte, lo decideremo all'interno del nostro governo". E poi aggiunge: "Capisco Salvini: le Ong hanno violato la legge, i migranti sulle navi della Sea Watch e Sea Eye dovevano sbarcare in Libia".