Il presidente del Consiglio in visita a Ottawa esprime sintonia di vedute con il premier canadese sia sull'emergenza profughi sia sulla questione del libero mercato
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"Se ciascuno dei 27 paesi dell'Unione avesse l'atteggiamento che ha avuto il Canada, che ha accolto 40mila rifugiati in un anno, faremmo un bel passo in avanti nella soluzione del problema". A dirlo è il premier, Paolo Gentiloni, in visita in Canada dal primo ministro Justin Trudeau. "Dico all'Ue di prendere esempio da questo Paese in cui non ci sono stati sconvolgimenti sociali ma e' emersa la civiltà del sistema".
Gentiloni, del resto, durante il colloquio con Trudeau colloca con decisione il nostro Paese dalla parte di chi crede nel libero mercato e nelle società aperte: con il premier canadese, infatti, dice di condividere la visione sulla necessità di respingere le spinte protezioniste abbracciate invece da Trump: "Siamo affezionati all'idea del libero scambio, al commercio come fattore propulsivo della crescita", spiega.
Anche su un altro tema che lo divide da Trump, poi, il premier italiano mostra perfetta sintonia con Trudeau: una vocazione all'accoglienza dei migranti. E Ribadisce che non si devono "confondere immigrazione e terrorismo". E replica indirettamente a Beppe Grillo, che ha messo sotto accusa le Ong per possibili complicità con chi tratta migranti, invitando a "non gettare ombre sulle Ong che svolgono compiti umanitari. Se poi i magistrati dimostreranno contatti che non dovrebbero esserci è tutta un'altra storia".