Il governo tedesco spinge per la ripresa della cosiddetta "Procedura Dublino". Intanto in Italia il Tribunale di Palermo "boccia" il Decreto Cutro, rimettendo in libertà quattro tunisini
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Il governo tedesco è in contatto "a vari livelli" con i partner Ue per la ripresa della cosiddetta "procedura di Dublino" con l'Italia. L'obiettivo di Berlino è ripristinare i trasferimenti dei richiedenti asilo respinti in Germania e le eventuali procedure di accoglimento nell'ambito del meccanismo di solidarietà degli Stati membri. In questo senso "spetta alla Commissione europea" verificare "il rispetto del diritto europeo negli Stati membri" e "la sua attuazione", ha dichiarato un portavoce del ministero dell'Interno tedesco, commentando le varie misure adottate in Germania per accelerare le espulsioni dei richiedenti asilo non aventi diritto, alla luce anche dell'attacco di Solingen. Intanto, in Italia, il Tribunale di Palermo non ha convalidato i fermi disposti dal questore di Agrigento, per effetto del cosiddetto Decreto Cutro, nei confronti di quattro migranti tunisini sbarcati a Lampedusa.
L'Italia ha temporaneamente sospeso gli accordi sulla Convenzione di Dublino che, tra le altre cose, determina lo Stato membro dell'Unione europea competente a esaminare una domanda di asilo o riconoscimento dello status di rifugiato. Il regolamento è applicato in una regione geografica che comprende 32 Paesi, incluse i non membri di Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein. Secondo la Convenzione, in pratica, soltanto un Paese può essere competente per l'esame della richiesta di protezione e per stabilire quale sia esiste la cosiddetta "Procedura Dublino", la quale deve essere avviata non appena una domanda di asilo è presentata per la prima volta in uno Stato membro. Il richiedente asilo deve essere ascoltato per riuscire a determinare il Paese competente per la sua richiesta e per essere messo al corrente di tutti i passaggi della procedura. Secondo il regolamento di Dublino per stabilire dove sarà presentata la domanda di asilo è necessario il confronto delle impronte digitali del richiedente con quelle già contenute nella banca dati Eurodac.
"Con la lettera del 5 e 7 dicembre 2022, il ministero dell'Interno italiano ci ha informato che i trasferimenti ai sensi del Regolamento Dublino III non possono essere accettati per il momento. Il motivo è che la capacità dei centri di accoglienza è insufficiente a causa dell'elevato numero di arrivi in Italia", ha spiegato il portavoce del governo tedesco. La questione della ripresa della procedura di Dublino con l'Italia, secondo Berlino, "spetta alla Commissione europea in qualità di custode dei trattati".
La decisione dei giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Palermo ha determinato la rimessa in libertà dei quattro tunisini arrestati in forza del Decreto Cutro. "I richiedenti asilo - si legge nelle motivazioni del provvedimento - possono essere detenuti solo in circostanze eccezionali, solo dopo che tutte le misure non detentive alternative al trattenimento sono state debitamente prese in considerazione". Secondo i giudici, le posizioni "dovrebbero essere vagliate singolarmente una per una. Invece la mancata presentazione del passaporto e il mancato (peraltro praticamente impossibile) pagamento della cauzione in Italia vengono considerate cause generalmente ritenute sufficienti per ordinare la detenzione".