"Non è un blocco navale, che è un atto ostile", ha precisato la titolare del discatero della Difesa ai parlamentari delle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato
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"L'Italia vuole sostenere con nuovo vigore la crescita delle capacità libiche nelle operazioni di salvataggio dei migranti e nella lotta ai trafficanti". Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, nell'informativa alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. Con la missione navale italiana, ha quindi precisato, "non si profila alcuna lesione alla sovranità libica. Il nostro obiettivo è anzi quello di rafforzarla". "Il nostro non è un blocco navale - ha aggiunto - ma è la risposta a una richiesta di aiuto".
"Non è un blocco navale", ha precisato il ministro Pinotti rispondendo ai parlamentari delle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato sulla missione italiana di sostegno alla Guardia costiera libica.
"E' escluso che si tratti di un blocco navale, che è un atto ostile, noi stiamo parlando di una richiesta di aiuto alla Guardia costiera libica - ha precisato - noi dobbiamo fare protezione e difesa al governo di accordo nazionale libico, e saremo impegnati in attività di collegamento e consulenza con le autorità libiche, di supporto logistico e di sostegno nel ripristino dei mezzi libici".
Missione e regole Le unità navali impegnate nella missione italiana di "supporto logistico, tecnico e operativo" alla Guardia costiera libica "saranno tratte dall'operazione Mare sicuro", in corso in acque internazionali dal 2015, "con l'inclusione di una nave di supporto logistico, ma senza nessun onere aggiuntivo", ha aggiunto il ministro della Difesa Roberta Pinotti.
"Le regole di ingaggio saranno le stesse di Mare sicuro, con un adattamento necessario dovuto al fatto non è più missione nazionale, ma bilaterale", ha aggiunto il ministro, sottolineando anche che "l'autodifesa dei nostri militari è sempre lecita".
Pinotti ha rimarcato che per condurre "attività di sostegno di natura logistica, tecnica e operative alle unità libiche, accompagnandole e sostenendole in attività congiunte o separate... ci hanno chiesto di operare anche nelle loro acque e nei loro porti". Ma, ha proseguito, "tutte le attività saranno fatte sulla base delle esigenze formulate dai libici.. non ci sarà alcuna ingerenza o lesione della sovranità libica, perché il nostro obiettivo è rafforzare tale sovranità".