Il mezzo, hanno raccontato ancora i sopravvissuti, era partito giovedì
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Ancora un naufragio nel Mediterraneo, lungo la rotta dei disperati che partono dalla Libia verso l'Italia. I morti - secondo quanto raccontato all'Organizzazione internazionale migrazioni da due dei quattro superstiti arrivati a Palermo a bordo nella nave della Guardia Costiera - sarebbero ben 126. Complessivamente le vittime in mare dall'inizio dell'anno sono più di 1.900.
Il gommone - spiega il portavoce dell'Oim, Flavio Di Giacomo riferendo il racconto di due sudanesi sopravvissuti - è partito giovedì dalla Libia. Dopo qualche ora di navigazione è stato però raggiunto da trafficanti libici che hanno rubato il motore. Il natante ha così cominciato ad imbarcare acqua ed è affondato.
Dei 130 passeggeri solo in quattro erano vivi quando un barcone di pescatori libici è arrivato in zona e li ha salvati. I quattro non sono stati però riportati in Libia ma - sempre secondo il racconto fatto dai due sudanesi all'Oim - sono stati rimessi a bordo di un altro gommone carico di migranti che passava di lì. Successivamente sono stati nuovamente soccorsi e trasportati a bordo della nave della Guardia Costiera che oggi è arrivata nel porto di Palermo con 1.096 persone recuperate in più interventi di soccorso nel Mediterraneo.
Ben tremila sono i migranti giunti oggi nei porti italiani (oltre Palermo, Reggio Calabria, Augusta e Salerno) dopo le operazioni di salvataggio del weekend: tra di loro tante donne incinte e minorenni. Ed in molti portano sul corpo i segni di storie tragiche. Lo screening sanitario dei 1.045 arrivati a Reggio a bordo della nave Vos Prudence di Medici senza frontiere ha rivelato la presenza di traumatizzati, difficoltà respiratorie e ferite causate dai pestaggi subiti durante la loro permanenza in Libia.
Quanto alle donne incinte, ha spiegato Gabriele Eminente di Msf, "spesso non si tratta di gravidanze cercate, volute. Sono frutto di violenza. Una di queste - ha aggiunto - si è resa conto di essere incinta durante la visita medica a bordo. E ci ha raccontato che aveva subito violenza durante l'attesa in Libia".
Ad Augusta sono stati fermati due presunti scafisti, un senegalese ed un sudanese che sono stati trasferiti nel carcere di Siracusa con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Le tariffe pagate per la rischiosa traversata - secondo le testimonianze raccolte - variano tra 1.500 ai 2 mila dinari libici, da 900 a 1.300 euro a testa. E spesso il viaggio finisce in fondo al mare.