Il premier ungherese: "Vogliono fare i ricollocamenti nel nostro territorio con la forza". E Morawiecki: "Violata la sovranità degli Stati membri". Berlino: "Accordo importante, da migliorare"
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Sulla questione migranti "Bruxelles abusa del suo potere. Vogliono ricollocare i migranti in Ungheria con la forza". È l'accusa lanciata su Facebook dal premier ungherese, Viktor Orban, dopo l'accordo al Consiglio Ue sull'immigrazione (osteggiato anche dalla Polonia). Secondo il primo ministro di Budapest "è inaccettabile" che la Ue voglia "usare la violenza per trasformare l'Ungheria in un Paese di migranti".
Visione opposta per l'Italia, che per bocca del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si dice "molto soddisfatta del risultato raggiunto al vertice di Lussemburgo". L'accordo, sottolinea Tajani, è "un primo passo importante".
Con l'accordo, ha detto il portavoce del cancelliere tedesco Steffen Hebestreit, nell'Ue si è fatto un passo "importante" e "non piccolo, per una soluzione comune e solidale". "E' importante che l'Ue abbia un atteggiamento comune - ha sottolineato -. Ci sono stati anche bocconi amari da ingoiare", ma l'auspicio è che nel dialogo a tre fra Parlamento, Consiglio e Commissione l'accordo "possa migliorare", soprattutto per quel che riguarda famiglie e bambini, non eclusi dalle procedure di frontiera".
Anche la Polonia non approva l'accordo siglato sui migranti raggiunto al Consiglio Ue e il premier Mateusz Morawiecki avverte: "La Polonia non permetterà ai trafficanti di esseri umani di dettare condizioni all'Ue. Siamo favorevoli a sigillare i confini. Il ricollocamento obbligatorio non risolve il problema della migrazione, ma viola la sovranità degli Stati membri. La Polonia non pagherà per gli errori delle politiche di immigrazione di altri Paesi".