Nel 2016 il Vecchio continente ospitava più di 5 milioni di rifugiati: la Svezia era il Paese che ne accoglieva di più in proporzione alla popolazione
La vicenda della nave Aquarius costretta a vagare per il Mediterraneo in cerca di un porto dove approdare con i suoi 600 passeggeri a bordo ha fatto tornare a parlare della questione migranti. La decisione di Matteo Salvini di non autorizzare lo sbarco in Italia ha indignato l'Unione Europea, il neo ministro degli Interni però è rimasto fermo nella sua posizione: "L'Europa deve cambiare, l'Italia da sola non può accogliere tutti i migranti". Ma come stanno davvero le cose? Il nostro è davvero l'unico Paese a essersi accollato in questi anni il peso dell'immigrazione?
Come funziona l'accoglienza nell'Ue - In base a quanto previsto dal regolamento di Dublino, in vigore dall'1 gennaio 2014, i migranti che arrivano in Europa possono presentare richiesta d'asilo solo nel primo Paese dell'Unione in cui mettono piede: solitamente Italia, Grecia, Spagna e Ungheria.
Quanti migranti abitano nei Paesi Ue - Calcolare il numero esatto è difficile in quanto oltre ai richiedenti asilo, ci sono anche migranti regolari, irregolari e coloro che sono in attesa che la loro domanda d'asilo venga valutata. In base ai dati raccolti dall'Unhcr, alla fine del 2016, l'Europa ospitava più di 5 milioni di rifugiati. Il Paese che ne accoglieva di più in proporzione alla popolazione era la Svezia con i suoi 230.164 migranti: in media 23,4 ogni 1000 abitanti. Al secondo posto Malta che ha aperto le porte a quasi 8mila persone: una media di 18,3 ogni 1000 abitanti, seguita dalla Norvegia dove hanno trovato accoglienza 59.522 rifugiati (11,4 ogni 1000 abitanti). A seguire si trova la Germania con i suoi 669.482 migranti, la Francia che ospita 304.546 rifugiati. Nelle ultime posizioni la Grecia e la Gran Bretagna. Il nostro Paese, invece, a fine 2016, aveva concesso protezione internazionale a 147.370 persone: 2,4 ogni 1000 italiani. Nel 2017 però le richieste di asilo sono aumentate in maniera esponenziale raggiungendo quota 130mila.
I ricollocamenti - Italia e Grecia sono i Paesi di frontiera che si trovano ad accogliere in prima battuta il maggior numero di migranti. L'Ue ha riconosciuto in varie occasioni le falle del sistema Dublino. Nell'estate del 2015, presa coscienza della crisi umanitaria nel Mediterraneo, Bruxelles ha chiesto agli Stati membri di compiere uno sforzo di solidarietà e aderire a un programma per ricollocare i richiedenti asilo. In base agli impegni assunti, ben 98.255 persone (34.953 provenienti dall'Italia e 63.302 dalla Grecia) entro il 31 maggio avrebbero dovuto trovare protezione in altri Stati membri. Le promesse, però, sono state mantenute solo in parte. Appena il 35% dei profughi ha potuto stabilirsi altrove. In questa circostanza Malta è stato il paese più virtuoso che ha ecceduto la quota prevista e ha accolto 168 richiedenti asilo, quasi 40 in più rispetto ai 131 che si era impegnata ad accogliere. In testa anche Lussemburgo, Finlandia e Svezia. Male invece la Repubblica Ceca che ha accolto solo lo 0,44% dei 2.691 migranti che si era impegnata ad aiutare, la Slovacchia che ha dato accoglienza a sole 16 persone su 901, l'Austria, la Croazia e la Bulgaria. Anche la Spagna non è stata ai patti e ha dato una casa solo ai 1.360 migranti dei 9.323 che avrebbe dovuto accogliere.
Le possibili soluzioni - Per tentare di superare i vincoli posti dall'accordo di Dublino, dall'inizio del 2018 è al vaglio del Consiglio dell'Unione Europea la proposta di Libe, la commissione del Parlamento europeo competente su Libertà civili, Giustizia e Affari interni, che in sintesi abbandona il criterio dello Stato di primo ingresso e suddivide i richiedenti asilo fra tutti i Paesi membri in base a un sistema permanente di quote.