I 27 Paesi membri stanno lavorando per arrivare a un accordo
I 27 Paesi dell'Ue stanno lavorando per arrivare a un accordo sul nuovo Patto sui migranti. Uno dei principi cardine sarebbe quello d'istituire una formula, calcolata sulla base di dati oggettivi e condivisi, per definire "la capacità adeguata" di ogni Paese nell'ospitare i migranti (e la relativa applicazione delle "procedure di frontiera" d'identificazione). A questo meccanismo dinamico, che terrebbe in conto i flussi d'ingresso e di uscita, si affiancherebbe "un tetto annuale". Quote e soglie sarebbero funzionali a far scattare gli interventi di "solidarietà obbligatoria" da parte degli altri Stati. "Alla fine la spunterò io", ha commentato Giorgia Meloni.
Il principio - sottolineano fonti diplomatiche - è ancora "oggetto di discussione" ai tavoli negoziali e rientra nel metodo di lavoro concordato tra i 27 secondo cui "nulla è deciso sinché tutto è deciso". Anche perché il Patto sulla migrazione è un mosaico molto complesso composto da varie tessere legislative, come direttive, raccomandazioni e regolamenti.
Una bozza di mediazione proposta dalla presidenza indica chiaramente che è necessario "raffinare ulteriormente l'equilibrio tra solidarietà e responsabilità" e che "si deve tenere conto della particolare posizione geografica degli Stati membri di frontiera". Il testo a ogni modo esclude che i ricollocamenti saranno mai resi "obbligatori", benché siano previsti tra le misure di solidarietà insieme ai "contributi finanziari" e a non meglio precisati "altri interventi". Come ha già precisato la presidenza svedese, infatti, si lavora per rendere obbligatorio "il principio di solidarietà" e non una misura a favore di un'altra.
I negoziati - precisa una fonte diplomatica - procedono serrati per arrivare al prossimo Consiglio Affari Interni - previsto l'8 giugno in Lussemburgo - con una posizione il più possibile condivisa, in modo da centrare l'obiettivo di chiudere il mandato negoziale del Consiglio e poter avviare il trilogo con Commissione e Parlamento, perlomeno sulla parte che riguarda la gestione dell'asilo e della migrazione.
Intanto al comizio per la conclusione della campagna elettorale a Catania, il presidente del Consiglio ha detto la sua sul tema migranti. "Siamo nella peggiore congiuntura sull'immigrazione, ma vi prometto che la spunto io alla fine. E quando risolveremo questo problema non sarà una boutade, preferisco metterci più tempo ma trovare soluzioni strutturali".