Congo, il luogo dell'agguato all'ambasciatore Attanasio e al carabiniere Iacovacci
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Secondo una nuova ipotesi investigativa, il diplomatico italiano, per le autorità ruandesi, andava zittito, perché voleva investigare su massacri di massa
L'ambasciatore italiano Luca Attanasio sarebbe stato assassinato nell'"Operazione Milano", organizzata dal colonnello Jean Claude Rusimbi, signore della guerra del vicino Ruanda, indagato dalla Corte internazionale per crimini contro l'umanità. Questa è l'ipotesi investigativa indicata dai missionari comboniani: il colonnello Rusimbi aveva appreso "che Attanasio era venuto a conoscenza di molte informazioni su diverse uccisioni di massa e voleva visitare i siti sospetti". Per questo avrebbe pianificato di eliminarlo.
La nuova ipotesi investigativa - Rusimbi, dunque, per fermare il lavoro di Attanasio avrebbe inviato il luogotenente Didier nei pressi di Goma, "con altri quattro soldati addestrati come killer". Eseguito l'omicidio, gli assassini, sempre secondo i missionari comboniani, da decenni radicati nella Repubblica del Congo - avrebbero fatto ritorno a Rubavu, in Ruanda.
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Attanasio voleva, dunque, verificare la reale destinazione di fondi e aiuti per le missioni umanitarie e sapere di più sulle uccisioni di massa della zona: un attivismo che andava oltre il suo ruolo di diplomatico e che aveva insospettito le autorità ruandesi. Il presunto mandante dell'agguato mortale sarebbe proprio Paul Kagame, da oltre 25 anni presidente del Ruanda, che controlla la regione dei grandi laghi.
© Ansa
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Ci si continua, allora, a chiedere come mai la spedizione del Pam, il Programma alimentare, su cui viaggiavano Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, non avesse una scorta adeguata. La zona, infatti, è teatro di frequenti scontri e massacri per le incursioni del vicino Ruanda che punta alle ricchezze minerarie del Congo.